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Venerdì 3 maggio 2024

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Percorso tra i piloni di Boves sorti come ex voto dopo la guerra

Tante le edicole votive erette dalla gente del posto sia per devozione sia per ricordare guerre, battaglie e lotte locali

La Guida - Percorso tra i piloni di Boves sorti come ex voto dopo la guerra

Boves – La cittadina ai piedi della Bisalta non è sempre stata “capoluogo di pace”. Tante guerre e battaglie locali si sono combattute in valle Colla in tempi più o meno remoti. A ricordarlo ci sono piloni che portano nomi e ricordi storici. Pilone della Battaglia, pilone del Moro, pilone Rosso sono alcune di queste edicole erette nei diversi secoli dalla gente del posto sia per devozione, sia per ricordare un evento accaduto in passato. 

Il Pilone della Battaglia, ad esempio, si trova sullo spartiacque tra Boves, Cerati e Robilante. Sorge sul luogo dove nel 1275, secondo la tradizione, le truppe angioine furono sconfitte da quelle dei marchesi Saluzzo e Busca, perdendo così il controllo su Boves. Restaurato nel 1981 e poi completamente rifatto nel 1995, raffigurava nella nicchia frontale San Grato, ora però intonacata. Sempre in tema di guerre e battaglie nella zona collinare oltre Cerati si giunge al Pilone del Moro il cui nome è legato dalla tradizione alle bande dei saraceni che nel secolo X invasero il territorio. Restaurato nel 1980 il pilone si trova sull’omonimo colle che in pochi centinaia di metri porta alla Borgata di Malandrè ai piedi della Cima Brusatà, dove sorge la settecentesca Cappella del Santo Nome di Maria. Molto interessante per la sua storia particolare è il Pilone Rosso. Posto al confine con il comune di Peveragno, sembra risalire al Cinquecento e ricorda un’antica inimicizia tra la popolazione bovesana e quella peveragnese. In particolare, si fa riferimento ad una spedizione a Boves di alcuni peveragnesi che uccisero dieci bovesani durante la festa del Corpus Domini nel 1424. Alla pace si giunse solo con sentenza del Capitano del Piemonte superiore e il pilone venne edificato come simbolo di questa pace. L’attuale costruzione viene fatta risalite alla seconda metà dell’Ottocento e poi restaurata nel 1951 e successivamente nel 1987. 

Ci sono poi i piloni e le guerre della storia recente, in particolare quelli che ricordano le Guerre mondiali e la lotta partigiana. Lungo la strada per San Giacomo si trova il pilone di San Michele Arcangelo (tetto Belua): risale al 1960 e fu eretto come voto da Michele Pellegrino, classe 1880, reduce della Prima Guerra Mondiale. Sempre a San Giacomo, all’ultima curva prima della frazione, sbuca il pilone della Madonna “Pilonot” dedicato al Cuore Immacolato di Maria con una statua posta nel 1960. Nei pressi è stata affissa una lapide che ricorda i caduti partigiani delle brigate “Bisalta” e “Beppe Lerda”. Sempre a San Giacomo, nei pressi di tetto Isabella, c’è il pilone di Santa Maria Delibera costruito sotto uno sperone di roccia che, secondo la tradizione, fermò i colpi di cannone sparati contro le case. Realizzato dalla famiglia Giuliano in ringraziamento per la protezione durante la guerra tedesca 1943-45, presenta alla base della nicchia i bossoli dei colpi sparati dai cannoni. Eretto dopo la Seconda Guerra Mondiale per voto anche il pilone di tetto Grendi sulla via del Malandrè, così come quello di Gigotin Sottano. Il percorso si conclude con il pilone di via Moschetti nel centro cittadino di Boves fatto erigere come ex voto nel 1946 da Domenico Favole proprietario dell’omonima filanda che non subì danni dai fatti bellici. Tra i piloni più recenti c’è invece il pilone della Madonna Bianca realizzato nel 2012 all’imbocco del paese arrivando da Fontanelle come simbolo di pace.

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