La Guida - L'informazione quotidiana in Cuneo e provincia

Giovedì 2 maggio 2024

Accedi a LaGuida.it per leggere il giornale completo.

Non hai un accesso? Abbonati facilmente qui.

Come passare dalla produzione convenzionale a quella biologica

Sono necessarie una buona conoscenza delle tecniche produttive, del ciclo delle colture e dei parassiti e delle avversità delle singole specie coltivate

La Guida - Come passare dalla produzione convenzionale a quella biologica

L’agricoltura biologica come sistema di produzione agricola si pone alcuni obiettivi, tra cui il rispetto dell’ambiente, la biodiversità, il mantenimento di equilibri naturali, cercando di portare sulla tavola del consumatore dei prodotti alimentari ottenuti con il massimo rispetto della natura. 

Nell’agroecosistema dell’azienda agricola che pratica l’agricoltura bio, si inseriscono le tecniche che vanno a rispettare in modo prioritario la fertilità del suolo, le colture praticate, gli animali allevati e l’ambiente nel suo complesso, andando ad eliminare totalmente l’utilizzo di concimi chimici, prodotti fitosanitari e medicinali veterinari, nonché l’utilizzo di sementi Ogm.

Transitare dall’agricoltura convenzionale al biologico è sicuramente un passaggio importante che richiede una buona conoscenza delle tecniche produttive, il ciclo delle colture, dei parassiti e delle avversità delle singole specie coltivate, il tutto mantenendo una sostenibilità economica delle produzioni. 

Il primo passo da compiere per chi intende aderire al biologico è inoltrare una notifica alla Regione di appartenenza, impegnandosi a rispettare quanto previsto dalla normativa vigente. In genere l’invio della notifica transita tramite i CAA (centri di assistenza agricola) delle associazioni di categoria, sindacati agricoli o studi professionali di agronomi, agrotecnici e periti agrari. 

Un’altro aspetto di cui non si può fare a meno è la scelta di un organismo di controllo, ditte private, autorizzate e controllate dal Ministero dell’Agricoltura, ad oggi sono 19, che si occuperanno di fare le visite ispettive alle aziende aderenti al sistema bio. 

Nella scelta dell’organismo di controllo è bene richiedere più preventivi al fine di valutare i costi e i servizi forniti, ma anche la dislocazione territoriale e la reperibilità dei tecnici ispettori. 

Nella prima notifica andranno indicati tutti i dati fiscali dell’azienda e del rappresentante legale, oltre ai fabbricati presenti, le particelle di terreno con le relative colture in atto, oltre alle specifiche se si tratta di sola produzione, trasformazione, importazione.

Una volta ricevuta la notifica, l’organismo di controllo invierà un tecnico in azienda per la prima visita ispettiva, per la verifica di quanto indicato in domanda e la corrispondenza dei fabbricati, appezzamenti, colture, ecc. 

Sulla base delle verifiche del tecnico, possono essere fissate delle misure cautelative per ridurre le contaminazioni, come ad esempio delle fasce di rispetto delle colture in prossimità di altri appezzamenti dove viene praticata l’agricoltura convenzionale. 

L’agricoltore dovrà poi tenere alcuni registri legati allo svolgimento dell’attività e previsti per legge, i quali dovranno essere sempre aggiornati e a disposizione degli organi ispettivi (registro colturale/registro delle materie prime/registro delle vendite). 

In seguito alla prima visita ispettiva, l’organismo di controllo approverà o meno l’idoneità dell’azienda alla certificazione bio, definendo anche i tempi di conversione degli appezzamenti ed eventuali sistemi correttivi. 

In seguito l’azienda dovrà predisporre un piano annuale delle produzioni (PAP) andando ad indicare per le singole colture, le varietà coltivate e le produzione stimata nel corso dell’anno. 

In genere per ottenere la certificazione delle produzioni biologiche deve decorrere un periodo di conversione che può variare dai due ai tre anni in base al tipo di produzioni, anche se in alcuni casi si possono richiedere delle riduzioni temporali all’organismo di controllo e alla Regione di appartenenza, dimostrando che i terreni erano abbandonati da tempo e non coltivati, in regime di riposo (set-aside) oppure nel caso di prati, pascoli o boschi dove si possa dimostrare che non sono stati utilizzati dei prodotti di sintesi. 

Una volta ultimato il periodo di conversione i prodotti agricoli si potranno vendere con la certificazione biologica, riconoscibili dalla presenza sulle confezioni di un logo specifico, rappresentato da una foglia stilizzata, con ai bordi le stelle della Ue su sfondo verde charo.

La Guida - testata d’informazione in Cuneo e provincia

Direttore responsabile Ezio Bernardi / Editrice LGEditoriale s.r.l. / Concessionaria per la pubblicità Media L.G. s.r.l.

Sede legale: via Antonio Bono, 5 - 12100 Cuneo / 0171 447111 / info@laguida.it / C.F. e P.IVA: 03505070049
Aut. Tribunale di Cuneo del 31-05-1948 n.12. Iscrizione ROC n. 23765 del 26-08-2013

La Guida percepisce i contributi pubblici all’editoria previsti dalle leggi nazionali e regionali.
La Guida, tramite la Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Privacy Policy Amministrazione trasparente