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Mercoledì 22 maggio 2024

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7 mila soci riuniti in tutto il Piemonte per gli 80 anni di Coldiretti

Per il cuneese l'appuntamento è stato ieri sera a Fossano contro assedio cinghiali, pratiche sleali e import selvaggio

Fossano

La Guida - 7 mila soci riuniti in tutto il Piemonte per gli 80 anni di Coldiretti

Dalla raccolta firme europea #nofakeinitaly per l’origine obbligatoria su tutti gli alimenti alle questioni ancora aperte in Europa che minano la sostenibilità economica delle aziende agricole fino alla fauna selvatica incontrollata che sta causando gravi danni all’agricoltura piemontese con il diffondersi della peste suina africana. Questi e molti altri sono i temi trattati nelle assemblee #orgogliocoldiretti organizzate su tutto il territorio piemontese, con oltre 7 mila soci, per chiedere soluzioni immediate. Una giornata cruciale, a livello nazionale con 96 assemblee lungo tutto lo stivale, per un’Organizzazione che quest’anno festeggia i suoi ottanta anni. In provincia l’appuntamento era a Cussanio di Fossano.
Presenti, oltre al Presidente Nada e all’intera Giunta, il Direttore provinciale Fabiano Porcu e Luigi Scordamaglia, Capo area Mercati, Internazionalizzazione e Politiche comunitarie di Coldiretti, nonché Amministratore Delegato di Filiera Italia.
“È stata una serata importante – commenta il Presidente Nada – per ripercorrere i successi ottenuti in questi decenni dalla più grande Associazione agricola d’Italia e d’Europa, delineare gli obiettivi futuri, in vista anche delle elezioni europee, e far luce sulle mobilitazioni che ci vedono oggi in prima linea e che proseguiremo con l’entusiasmo, la forza e la determinazione che ci contraddistinguono da sempre”.ì
Tanti i temi affrontati nel corso dell’assemblea, dalla raccolta firme per l’origine obbligatoria su tutti gli alimenti alle questioni ancora aperte in Europa che minano la sostenibilità economica delle aziende agricole.Dall’assemblea – spiega Coldiretti Cuneo – è emerso il ruolo cruciale di un’Organizzazione che è “forza amica del Paese”, con una visione e progettualità orientate non solo all’agricoltura ma all’intera comunità nazionale: Coldiretti si conferma una forza trasversale che agisce nell’interesse del mondo agricolo, con l’obiettivo centrale di sostenere il reddito e la reputazione delle imprese agricole, ma anche dei cittadini consumatori, grazie a idee, strategie e lungimiranza con cui traccia traiettorie di futuro in un contesto incerto e difficile.
“O saremo in grado nei prossimi anni di dare un giusto reddito al lavoro delle nostre imprese o difficilmente proseguirà il ricambio generazionale cui assistiamo oggi in agricoltura” ha detto il Presidente Nada, ricordando lo strumento cruciale delle filiere per rafforzare il potere contrattuale degli agricoltori, nonché l’urgenza di puntare sull’identità e sulla distintività.
“Chiediamo lo stop alla concorrenza sleale – ha dichiarato il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu – che danneggia gli agricoltori italiani ed europei sottoposti a regolamenti e vincoli spesso fuori dalla realtà. Vogliamo che gli obblighi ambientali, sociali e sanitari imposti ai nostri produttori valgano per chiunque voglia vendere sul mercato europeo. Serve reciprocità negli scambi commerciali”.
Presenti alle assemblee in Piemonte anche Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, ed Emanuele Occhi, Area Economica Coldiretti – settore Grandi Colture.
“È stato un momento importante quello delle assemblee su tutto il territorio piemontese per far luce sulle sfide future, sulle battaglie e mobilitazioni che stiamo portando avanti e che proseguiremo nei prossimi mesi con l’entusiasmo, la forza e la determinazione che ci contraddistinguono da sempre – fanno notare Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Abbiamo alle spalle 80 anni di storia al fianco degli agricoltori, una storia di cui andiamo orgogliosi, una storia di sostegno al reddito economico delle aziende agricole e una storia di filiera per valorizzare i prodotti locali e nazionali. Non è più accettabile assistere a scene come quelle vissute durante la mobilitazione del Brennero, dove si è visto arrivare dall’estero prosciutti, frutta e verdura che diventano italiani solo perché in Italia avviene l’ultima trasformazione. A minacciare la sovranità alimentare nazionale c’è, infatti, l’invasione di prodotti stranieri con le importazioni di cibo che sono aumentate del 60% nell’ultimo decennio raggiungendo il valore record di 65 miliardi di euro, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Prodotti spesso provenienti da Paesi che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori e che spesso vengono spacciati per tricolori sfruttando il codice doganale che consente di “italianizzarli” grazie a minime lavorazioni. L’altro problema che pesa sui bilanci delle imprese è il crollo dei prezzi pagati alla produzione a cui si aggiunge il fenomeno delle pratiche sleali. Coldiretti è stata la prima e unica associazione a denunciare una multinazionale, la Lactalis, perché aveva modificato unilateralmente gli accordi e non aveva pagato il prezzo pattuito agli allevatori. Dopo 5 mesi, l’Ispettorato del Ministero ha sanzionato l’azienda francese dopo averne riscontrato la condotta sleale in centinaia di casi. Un fatto epocale per un’azione che gli agricoltori della Coldiretti vogliono ora estendere a tutte le filiere. Non possiamo poi non affrontare – concludono Brizzolari e Rivarossa – il tema della fauna selvatica e della peste suina africana con il numero degli abbattimenti dei cinghiali che, nella nostra regione, resta ancora basso, seppur sensibilmente migliorato rispetto al 2022. Motivo per cui ancora pochi giorni fa abbiamo chiesto al commissario straordinario alla Psa, Vincenzo Caputo, e alla Regione un intervento immediato per fermare la diffusione della peste suina e tutelare l’intero comparto e la filiera suinicola piemontese che conta circa 3 mila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1 milione e 200 mila capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale, come il prosciutto di Parma e San Daniele”.

 

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