Per gli amanti del genere, quello del perfetto mix di suspense e adrenalina, Rollins non smette di sorprendere né di tenere i lettori incollati alle pagine. Il romanzo come spesso accade a Rollins è strutturato su due livelli temporali. Siamo nella Roma del 1515. Curiosando tra i manoscritti conservati negli Archivi Vaticani, Leonardo da Vinci s’imbatte in un meraviglioso codice arabo, un trattato d’ingegneria meccanica risalente al IX secolo. Al suo interno, sono contenute una mappa del Mediterraneo e una traduzione dell’XI canto dell’Odissea, in cui si narra la discesa di Ulisse nel Tartaro, la discesa nel regno dei morti, nel luogo però di pena per i cattivi. Con questa enorme scoperta, Rollins ci catapulta ai giorni nostri e ancora in due luoghi molto diversi tra loro: da un lato in Groenlandia, nella missione della squadra di ricerca capitanata dalla dottoressa Elena Cargill che deve ritrovare una nave d’epoca medievale sepolta sotto il ghiaccio e che nasconde una sorta di mappa meccanica; dall’altro a Washington, dove c’è un caso difficile per Painter Crowe e la sua squadra perché è scomparsa la figlia del senatore Cargill. Le tracce portano a un inseguimento che guarda a caso ripercorre l’antica rotta battuta da Ulisse per raggiungere il Tartaro. Siamo di fronte a un Rollins al suo meglio, capace di fondere perfettamente scienza ed azione, realtà e finzione, in un vortice ricco di emozioni che non stanca mai. Maestro della narrazione che prende spunto dalla realtà, la sua scrittura trascinante, unita ad un ritmo sempre alto capace di crescere, personaggi tenaci ed affascinanti, ci trasportano in giro per il mondo.
L’ultima odissea
di James Rollins
Nord
19 euro
