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Mercoledì 15 maggio 2024

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Salvaguardare l’ambiente della Valle Grana

Un progetto di scienza partecipata che coinvolge cittadini, associazioni ambientaliste, amministrazioni pubbliche e istituti di ricerca e che si concentra su flora, fauna, cielo notturno e illuminazione artificiale

La Guida - Salvaguardare l’ambiente della Valle Grana

Valle Grana – Re:Agiamo! è un progetto di scienza partecipata che vede lavorare insieme cittadinanza, associazioni ambientaliste, pubblica amministrazione e istituti di ricerca alla salvaguardia ambientale del territorio della Valle Grana. Gli attori sono coinvolti nella raccolta e nell’analisi di dati che monitorano lo stato di salute della biosfera e che sfociano, in fase di conclusione di progetto, in concrete azioni di tutela ambientale.

Il progetto si sviluppa in Valle Grana e comprende otto Comuni, quattro dei quali partner di progetto: Bernezzo, Caraglio, Valgrana e Monterosso Grana. “Una valle incontaminata con siti di importanza strategica per la biodiversità e nicchie ambientali in grado di preservare specie endemiche di flora e fauna uniche nel loro genere. La Valle Grana è anche uno degli ultimi posti in Piemonte da cui si può godere lo spettacolo di un cielo notturno incontaminato” dicono i promotori del progetto di Sideralis-officina delle stelle, il Centro Recupero Animali Selvatici di Cuneo e l’Istituto nazionale di astrofisica di Torino.

Come tutti gli ambienti naturali, però, anche la Valle Grana si trova a fare i conti con una antropizzazione non sempre rispettosa del luogo e nelle modalità in cui avviene: la presenza dell’essere umano comporta un cambiamento nella quantità e nella distribuzione delle aree naturali e un incremento degli agenti inquinanti. Questi fattori contribuiscono ad alterare gli equilibri interni dell’ecosistema, portando a conseguenze su diverse sfere relative all’ambiente e all’essere umano, come la scomparsa delle nicchie ecologiche, la riduzione della biodiversità della flora, la presenza di cieli sempre meno bui.

Quello di Sideralis vuole essere un progetto di scienza partecipata, necessario non solo per comprendere la grande responsabilità che abbiamo nei confronti del territorio in cui viviamo, ma anche e soprattutto per mitigare e contrastare gli scenari descritti, al fine di restituire alle generazioni di domani un luogo in cui stare bene.

Il progetto si concentra su quattro ambiti di intervento: flora, fauna, cielo notturno e illuminazione artificiale. Questi ambiti sono stati scelti in quanto indicatori misurabili di due aspetti che influiscono sul benessere dell’ambiente, vale a dire l’atteggiamento dell’essere umano e il cambiamento climatico.

I prossimi eventi

In queste settimane ha inizio l’opera di sensibilizzare con degli stand nei Comuni che hanno aderito al progetto, un momento in cui chiunque può dare un contributo alla ricerca. Domenica 1° ottobre al Bioparco Acquaviva di Caraglio dalle 16 si tiene l’inaugurazione del progetto Re:Agiamo! Al Bioparco Acquaviva, dalle 16 alle 19 presso lo stand Sideralis si terranno attività di scienza partecipata legate a flora e fauna e prima di cena una piccola presentazione con i ringraziamenti istituzionali. A seguire per chi lo desidera possibilità di cenare previa prenotazione al numero: +39 351 674 7483 presso il Bioparco. Dopo cena ripartono le attività legate al cielo stellato e all’inquinamento luminoso, osservazioni astronomiche al telescopio (ingresso libero).

A Bernezzo l’appuntamento è domenica 15 ottobre alle 16 con l’attenzione a flora e fauna; alle 21.30 “Inquinamento luminoso e stelle”. A Monterosso Grana domenica 29 ottobre alle 14.30 l’attenzione alla flora, fauna e inquinamento luminoso. A Caraglio si replica con lo stesso programma domenica 12 novembre, mentre a Bernezzo il 10 dicembre.

Tre fasi del progetto

A dicembre si conclude la prima fase del progetto. La seconda fase, tra gennaio febbraio, si occupa di pensare con i partner delle soluzioni a lungo termine. Nella terza fase, tra marzo e maggio, ci sarà l’installazione di quattro misuratori del cielo notturno in postazioni fisse: una per Comune. Poi l’installazione di un Gps per tracciare un animale notturno ferito e poi liberato, e studiare se le rotte migratorie stanno cambiando. Ancora fotocamere su nidi artificiali per osservare le bestie notturne e un’attività di scienza applicata legata alle costruzioni di case per pipistrelli, come schermare le luci per non impattare la brillantezza del cie

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