Cuneo – Oggi (venerdì 11 novembre) si festeggia San Martino, con la sua “novembrata” di clima mite, che fa definire estate ed è il giorno che tradizionalmente segna l’inizio dell’annata agraria, nonché dei relativi contratti e controlli. Una data che riporta anche a quella pratica del “fare San Martino”, che per i mezzadri significava trasferire la famiglia e le sue risorse (spesso poche se non misere) presso una nuova cascina, al servizio di nuovi padroni, com’è nella memoria di tante persone che oggi hanno i capelli bianchi e ne conservano precisa memoria.
L’agricoltura contemporanea è profondamente diversa, rispetto a pochi decenni fa, ma la ricorrenza di San Martino rimane un momento significativo e anche l’occasione per tracciare un bilancio dei dodici mesi precedenti, per quanto riguarda il mondo dei campi, delle coltivazioni e dell’allevamento. Guardando al 2022 non può che emergere un quadro con più ombre che luci, per una serie di problemi che, in molti comparti, hanno fatto scattare una “tempesta perfetta” ai danni del comparto agricolo e di chi vive di questo lavoro.
Il primo elemento è quello del clima: la perdurante assenza di piogge ha mandato in forte stress idrico tutte le coltivazioni e causando una sensibile riduzione della produzione, in particolare di mais, prative e foraggere; andamento migliore per le produzioni cerealicole invernali (grano e orzo); in parziale calo i volumi produttivi di frutta, nocciole e uva.
I fattori che hanno inciso anche sull’economia in generale (dalla “coda” della pandemia alle tensioni internazionali, con tutti i loro effetti) si sono riversati sul settore primario anzitutto con rincari dei costi energetici e dei carburanti, dei mezzi tecnici e di produzione; pur a fronte di aumenti significativi delle quotazioni di quasi tutte le produzioni agricole (in particolare i cereali), si è quindi andato a comprimere pesantemente la redditività delle imprese agricole. Questo scompenso tra costi di produzione e incasso si è fatto sentire pesantemente nella frutticoltura, con perdite dovute a basse quotazioni e alti costi di conservazione (celle frigorifere).
Un insieme di problemi che fa quindi chiedere alle istituzioni, da parte delle organizzazioni professionali agricole, investimenti e risorse con nuove forme di sostegno al comparto, per non veder compromessa una risorsa economica fondamentale per in Nord Ovest e in particolare per la provincia di Cuneo.