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Martedì 30 aprile 2024

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Delitto nel parcheggio del centro commerciale, condannato a 15 anni

Francesco Borgheresi, militare di origini fiorentine, il 22 maggio del 2020 uccise con quattro colpi di pistola Mihaela Apostolides. La Procura aveva chiesto la condanna a 20 anni

La Guida - Delitto nel parcheggio del centro commerciale, condannato a 15 anni

Cuneo – È stato condannato a 15 anni e due mesi di carcere Francesco Borgheresi, militare 42enne di origini fiorentine che il pomeriggio del 22 maggio del 2020 uccise con quattro colpi di pistola Mihaela Apostolides nel parcheggio dell’Auchan. L’accusa per Borgheresi, che dopo aver sparato alla sua ex compagna aveva chiamato le forze dell’ordine costituendosi, era di omicidio aggravato dal codice rosso. Per lui la difesa aveva scelto il rito abbreviato, condizionato all’acquisizione di una perizia psichiatrica che lo aveva giudicato capace di intendere e di volere al momento dell’omicidio. I pubblici ministeri Alberto Braghin e Marinella Pittaluga avevano chiesto la condanna a 20 anni di reclusione; il giudice dell’udienza preliminare Cristina Gaveglio lo ha condannato a 14 anni per l’omicidio e 1 anno e due mesi per la detenzione e il porto illegale di arma da fuoco, riconoscendo le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti contestate. Mihaela Apostolides, 44enne di origini rumene, aveva conosciuto quando abitava a Verzuolo e Borgheresi era in caserma a Pinerolo. Dopo l’omicidio l’uomo aveva confessato di aver litigato con la vittima e di aver perso la testa, sparandole con la pistola. La giudice ha anche stabilito un risarcimento da definire in sede civile, con una provvisionale immediatamente esecutiva di 35mila euro a favore dei parenti della vittima, le due sorelle che si erano costituite parti civili in giudizio con l’avvocato Alberto Crosetto, “secondo noi – ha commentato l’avvocato – non sussistevano i presupposti per la concessione delle attenuanti generiche. Il danno non è ancora stato risarcito”. Beatrice Rinaudo, difensore dell’imputato si è detta “soddisfatta di una sentenza che riteniamo equa ma che probabilmente appelleremo perché è giusto valorizzare certi aspetti”.

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