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Domenica 28 aprile 2024

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Il gipeto ha nidificato al Colle del Maurin in valle Maira

L’evento avviene a 30 anni dall’inizio dei rilasci dell’avvoltoio nei Parchi Marittime e Mercantour

La Guida - Il gipeto ha nidificato al Colle del Maurin in valle Maira

Il gipeto (Gypaetus barbatus) ha nidificato in alta valle Maira, nel Comune di Acceglio. Un evento eccezionale atteso da 30 anni. La schiusa dell’uovo è avvenuta a fine marzo e si prevede che l’involo possa essere intorno alla fine di luglio. L’ubicazione scelta dalla coppia per il nido non è delle più felici, considerando che il sito si trova non lontano dal poligono di tiro del Colle del Maurin, solitamente utilizzato per alcune settimane in primavera e in autunno dai reparti della Brigata Alpina Taurinense per attività addestrative con armi a tiro diretto ed indiretto.
La nascita di un gipeto rappresenta un evento molto atteso in Provincia di Cuneo perché preceduto da diversi tentativi di riproduzione non andati a buon fine per cause diverse. Il 2023 è dunque l’anno della svolta, con la prima riproduzione nelle Alpi cuneesi di una specie che raggiunge la maturità sessuale soltanto tra i 5 e 7 anni.

Il progetto di ripopolamento

Nel 1993 i Parchi delle Alpi Marittime e del Mercantour, nell’ambito di un Progetto internazionale di reintroduzione nelle Alpi del grande avvoltoio, avviarono una serie di rilasci di giovani animali allevati in cattività presso vari centri di riproduzione. L’operazione andò avanti sino al 2015 con la reintroduzione di 45 esemplari (24 in Italia e 21 in Francia). Lo scopo del Progetto internazionale di cui il Parco naturale delle Alpi Marittime è stato partner era di riportare sulle Alpi il gipeto che, con la sua presenza, riveste un ruolo fondamentale nella catena alimentare dell’ecosistema alpino, trattandosi di un vero e proprio necrofago (da adulto si ciba quasi esclusivamente di ossa mentre i giovani al nido vengono alimentati con pezzi di carcasse e placente). Una specie innocua e particolarmente preziosa, come si capisce dal suo regime alimentare, che a inizio 1900 si estinse per l’ingiustificata persecuzione dell’uomo a causa di pregiudizi e false credenze.
Con il Progetto di reintroduzione, il gipeto è ora presente (in termini di coppie riproduttive) in 65 territori, di cui diciotto in Italia e, più precisamente dieci nel Parco Nazionale dello Stelvio e in Valle Venosta, sei in Valle d’Aosta e nel Parco Nazionale del Gran Paradiso e almeno due in Piemonte. Tra queste ultime ci sono la coppia delle Valli di Lanzo (Provincia di Torino), che si riproduce dal 2019 e che viene monitorata sotto il coordinamento dell’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime, e la coppia dell’alta Valle Maira.

Il nido

La vicinanza del poligono potrebbe portare all’abbandono del sito. Per scongiurare questo pericolo, Luca Gautero e Mauro Fissore, rispettivamente direttore e responsabile della vigilanza delle Aree Protette delle Alpi Marittime, Ente anche gestore del sito della Rete Natura 2000 ZSC (Zona Speciale di Conservazione) Sorgenti del Torrente Maira, Bosco di Saretto e Rocca Provenzale hanno incontrato, alla presenza del Sindaco di Acceglio, Giovanni Caranzano, il Colonnello Pierpaolo Lamacchia, Vicecomandante della Brigata Alpina Taurinense e parte del suo staff. La delegazione  delle Forze Armate, dopo aver ascoltato con grande attenzione le problematiche esposte al tavolo dai rappresentanti delle Aree Protette Alpi Marittime ha dapprima illustrato le attività esercitative del mese di maggio, spiegando che non è in alcun modo possibile programmare le esercitazioni in altro sito o in altro periodo assicurando contestualmente che sarà attuata ogni possibile cautela affinché l’impatto sia il più possibile contenuto, ad esempio evitando voli di elicottero in prossimità del sito di nidificazione e non effettuando attività in prossimità dell’area di nidificazione.

In questo periodo, l’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime attraverso il proprio personale tecnico e di vigilanza e in collaborazione con i Carabinieri Forestali e con diversi volontari sta monitorando la riproduzione della coppia. Il personale controlla anche l’eventuale presenza di droni o di altre attività che possano arrecare disturbo al sito (appostamenti per la fotografia e arrampicata in prossimità del nido, ad esempio).

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