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Sabato 4 maggio 2024

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Presentazione del vocabolario su “Il bel parlare di Limone”

Venerdì 18 novembre una serata a cura di Coumboscuro Centre Prouvençal dedicata alla letteratura limonese

La Guida - Presentazione del vocabolario su “Il bel parlare di Limone”

Limone – “Vu aspitan tëttsi” (Vi aspettiamo tutti) è scritto sulle locandine che invitano a partecipare venerdì 18 novembre, alle 21, a “Lou bel parlär ’d Limun. Serata nel teatro comunale dedicata alla letteratura in lingua di Limone Piemonte e alla presentazione del vocabolario che ha prestato il titolo all’appuntamento. Una nuova opera (ed. Primalpe) a cura di don Romano Fiandra, Marco Bellone e Bernardo Fiandrino, che a sua volta ha ripreso il vocabolario realizzato nel 1800 da un antesignano difensore della lingua locale, quale fu l’agronomo Marco Marro “Äpia”. Ma gli autori non hanno mancato di fare un lavoro certosino consultando anche gli altri vocabolari di autori vari redatti nel corso del ‘900 (Giovanni Battista Marro; Angelo Orsini; Andrea Caballo; Cristina Tosello). 

Il recente dizionario è un punto di arrivo, risultato di grande valore, che omaggia la particolarità della lingua “Limonese”, intrisa di influenze diverse, causa la sua posizione geografica tra Piemonte, Liguria e Provenza.

Perché non bisogna dimenticare che la lingua di territorio, come ogni lingua è specchio di relazioni, modi di vivere, di pensare e quindi di esprimersi. “La lingua del cuore, di famiglia, riesce ad rappresentare concetti ed immagini di intima vibrazione, qualità che una lingua standardizzata non raggiungerà mai, perché manca di spontaneità vissuta” ha più volte evidenziato il linguista Tullio De Mauro.

La presentazione del vocabolario sarà preceduta da uno spazio dedicato all’illustrazione del patrimonio della letteratura in lingua limonese. L’opera più antica di cui si ha copia, risale al 1837. Si tratta della stesura del dramma pastorale “Il pastore Gelindo, ossia la nascita di Gesù Cristo e la strage degli innocenti”. Altro testo simile, risalente al 1928, è la “Pastorella, ovverosia la storia della nascita di Gesù Cristo nella capanna di Betlemme”, tradotta dal latino e trascritta da Lena Bottero “Mazueràt”. Quindi un salto di diversi anni per giungere a Ernesto Caballo, autore che si è fatto conoscere già negli anni 1960 al tempo della Escolo dòu Po (scuola letteraria affiliata al movimento provenzale di Frederì Mistral)  per la sua poetica e intensità lirica. Tra gli autori contemporanei si distinguono gli autori in prosa e poesia Dario Viale “Pasu pian an t’la chintaina  / e vou la countu vegie paire. Cammino lento nel vicolo / e ve la conto vecchie pietre…”, e Rina Marro, E poi Giacomo “Dzaculin Burtèla”, di felice e originale ispirazione: “Limun, al t’astisciuya ‘dins  e vuryu es in sidzlin pur cugiurlu tut – Limone ti gocciola dentro e vorrei essere un secchio per raccoglierlo tutto…”.

L’appuntamento promosso da Coumboscuro Centre Prouvençal, fa parte del programma di serate dedicate ai “Gigant” delle valli di Cuneo – tema scelto per il Roumiage – incontri Piemonte / Provenza 2022 – ed è proposto in collaborazione con il Comune e La Guida.

 

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