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Lunedì 29 aprile 2024

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A processo per percosse e atti persecutori

L'imputato, W.C., è accusato di aver dato un pugno a D.M. mentre si trovava nel reparto di psichiatria dell'ospedale

La Guida - A processo per percosse e atti persecutori

Cuneo – Con l’accusa di percosse e atti persecutori, è imputato al Tribunale di Cuneo W.C. cuneese che la sera del 20 novembre 2018 all’interno del reparto di psichiatria dell’ospedale Santa Croce diede un pugno in faccia a D.M. e nelle settimane successive, mentre quello era ricoverato in ospedale, più volte lo chiamò per insultarlo. Quella sera D.M. aveva assunto degli psicofarmaci e fu trovato in stato semiconfusionale per strada e condotto all’ospedale. Era molto provato a causa di alcuni seri problemi personali e perchè da poco era stato lasciato da B.B., una ragazza che aveva in precedenza avuto una storia anche con W.C.. Dopo il ricovero era a colloquio con una psichiatra dell’ospedale quando un infermiere disse che c’era una ragazza che era venuta a trovarlo. Con l’accordo della dottoressa, B.B. entrò nella stanza ma con lei c’era anche W.C., il quale in seguito ad un battibecco con D.M. gli diede il pugno. La vittima cadde a terra, il naso era tumefatto ma non rotto, però l’ortopedico dispose una Tac anche per la botta alla testa nella caduta. Questo racconto della psichiatra, testimone oculare dell’aggressione, è stato questa mattina completamente smentito dalla versione di B.B. che ha riferito di essere entrata nella stanza da sola perchè quella sera, avvisata che D.M. era in ospedale perchè aveva assunto una dose massiccia di psicofarmaci, sarebbe andata a comunicargli la fine della loro relazione. Lei era già nella stanza quando entrò W.C. e più volte, sollecitata dal giudice a dire tutta la verità, ha confermato che non ci fu alcun pugno ma solo una discussione tra i due e che D.M. sarebbe caduto da solo forse perchè era debole e confuso. Delle successive telefonate ricevute mentre era ancora ricoverato in ospedale, ha parlato invece la zia del ragazzo, “Quelle telefonate lo provavano in maniera esagerata, lo umiliavano e prostravano. Gli dissi di bloccare il numero di W.C. e lui lo fece, ma quello usava anche altri numeri per chiamarlo e insultarlo”. La prossima udienza per la discussione e la sentenza è fissata al 17 marzo.

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