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Giovedì 2 maggio 2024

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E’ nato il Distretto del Cibo della Frutta del Piemonte

Ne fanno parte 44 Comuni collocati sopratutto in provincia di Cuneo e poi nella Città Metropolitana di Torino

La Guida - E’ nato il Distretto del Cibo della Frutta del Piemonte

Lagnasco – Su proposta del Tavolo Frutta Monviso, presieduto dal sindaco del Comune di Lagnasco, Roberto Dalmazzo, l’assessorato regionale all’Agricoltura guidato da  Marco Protopapa, ha ufficialmente riconosciuto il Distretto del Cibo della Frutta del Piemonte, una delle principali aree a vocazione frutticola a livello nazionale che ha il baricentro territoriale nel Saluzzese. Ne fanno parte 44 Comuni collocati soprattutto in provincia di Cuneo e, poi, nella Città Metropolitana di Torino: Bagnolo Piemonte, Barge, Busca, Caraglio, Cardè, Castelletto Stura, Cavallerleone, Cavallermaggiore, Centallo, Costigliole Saluzzo, Cuneo, Dronero, Envie, Fossano, Gambasca, Genola, Lagnasco, Manta, Marene, Margarita, Martiniana Po, Monasterolo di Savigliano, Morozzo, Pagno, Paesana, Peveragno, Piasco, Revello, Rifreddo, Rossana, Ruffia, Saluzzo, Sanfront, Savigliano, Scarnafigi, Tarantasca, Valgrana, Venasca, Verzuolo, Villafalletto, Vottignasco, Campiglione Fenile, Cavour e Osasco. Inoltre, lo costituiscono la Camera di Commercio di Cuneo, la Fondazione Agrion; il Polo Agrifood, le associazioni di categoria Cia-Agricoltori Italiani, Coldiretti, Confagricoltura e Confcooperative, le organizzazioni di produttori presenti sul territorio individuato, Coop Jolly, Eden Fruit, JoinFruit, Lagnasco Group, Ortofruit, Piemonte Asprofrut, Rivoira e Solfrutta, la  Pro Cavour e la Pro loco Lagnasco. Il Distretto si sviluppa su 15.288 ettari coltivati in provincia di Cuneo e 942 ettari nella Città Metropolitana di Torino. Ci lavorano oltre 7.000 addetti, ai quali si aggiungono quasi 14 mila stagionali. Nell’area si trovano l’87% degli impianti di mele presenti in Piemonte; il 97% di nettarine; il 76% di kiwi; il 74% di pere; il 72% di susine e il 42% di altre varietà di pesche. Non sono poi trascurabili le produzioni di frutta in guscio, tra cui soprattutto il castagno e il nocciolo.

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