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Lunedì 29 aprile 2024

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Le minoranze di Cuneo a difesa della sanità pubblica

Nella conferenza convocata in municipio questa mattina dubbi sulla nomina del nuovo commissario Tranchida e sul progetto ospedale unico

La Guida - Le minoranze di Cuneo a difesa della sanità pubblica

Cuneo – Dimissioni dei vertici dell’Azienda Sanitaria Santa Croce e Carle di Cuneo, perplessità sulla nomina del nuovo commissario Livio Tranchida, preoccupazioni sull’azienda privata che dovrebbe occuparsi di realizzare il nuovo ospedale unico e sul progetto ritenuto sovrastimato.
Sono questi i temi discussi questa mattina durante la conferenza stampa urgente convocata in Municipio dai gruppi consiliari di minoranza Indipendenti, Beni Comuni, Cuneo Mia.
“Il fatto di firmare un progetto per un ospedale che costa molto di più di quello che potrebbe essere accedendo da altre fonti di finanziamento espone chi firma questo documento al rischio di infrazioni e di compromissioni della finanza pubblica e quindi la Corte dei Conti potrebbe intervenire – ha sottolineato il consigliere Ugo Sturlese -. Ecco quindi che il fatto delle dimissioni trova anche delle possibili giustificazioni, senza parlare del fatto che servirebbero dei direttori generali e non dei commissari, in più già direttori di Amos”.
“Abbiamo confrontato i costi del finanziamento pubblico-privato e di quello Inail e i conti non tornano – ha illustrato il consigliere Claudio Bongiovanni -. Chiediamo alla Regione perché non hanno nominato un direttore generale, ma un commissario? Questo commissario si è mai occupato di ospedali di questo livello? No. Perché la Regione non ha nominato qualcuno di competenza, che si fosse già occupato di gestione sanitaria, sappiamo che nella lista c’erano delle persone più idonee e invece l’amministrazione regionale sta andando in una direzione che ci fa capire che partenariato pubblico-privato sarà e la decisone è già presa anche se è una modalità complicata e con tempistiche lunghe”.

Dubbi e perplessità sulla nomina del commissario Tranchida

Livio Tranchida

Livio Tranchida

“Il quadro attuale è piuttosto preoccupante – ha sottolineato il consigliere Giancarlo Boselli -. Di fronte a questo quadro il presidente della Regione Cirio e l’assessore regionale Icardi invece si prodigano a cercare di sostenere che la situazione è sotto controllo ed è assolutamente normale, non è successo nulla, non sta accadendo nulla. Il primo atto che però hanno fatto è in palese contrasto con questa tesi e lo è anche nominalmente perché quando si nomina un commissario significa che non sei nella normalità, quindi anche la scelta che hanno fatto indica che siamo usciti dalla normalità. Non potevano farlo perché il nominato commissario Livio Tranchida non ha le condizioni per essere nominato direttore generale dell’ospedale in quanto non è negli elenchi nei quali bisogna essere per poter essere nominati per questo ruolo in Piemonte”.
“Ci sono poi evidenti situazioni di incompatibilità e di conflitto di interessi come la partecipazione di Tranchida all’interno della Fondazione ospedali di Alba e Bra – ha continuato Boselli -. Poi pensiamo anche a quanti milioni di euro Amos ha preso come appalti dall’ospedale, ci troviamo quindi di fronte a una situazione in cui il direttore di Amos passa improvvisamente da essere quello che prende gli appalti a quello che li da. Opportunità politica, opportunità etica avrebbe voluto che non si fosse fatta questa scelta, ma evidentemente prevalgono altri tipi di situazioni”.

 

Oggetto della discussione anche l’Amos


“Il consiglio di amministrazione di Amos è composto da Simone Mauro, segretario della Lega, Carla Chiapello, già candidata della Lega, Giuseppe Rossetto ex sindaco di Alba – ha continuato Boselli -. Penso si possa dire che Amos è controllata chiaramente da una forza politica. Noi da circa 6 mesi chiediamo che Amos venga in commissione consiliare a rispondere a una serie di quesiti che non sono i nostri, ma dei lavoratori dell’Amos, dei sindacati e degli utenti. Amos è una società totalmente pubblica, ma che applica contratti impropri e non rispetta sempre gli obblighi di legge che riguardano le condizioni di lavoro dei dipendenti. Capite quindi che si resta abbastanza sorpresi, se non si capisce quali sono i condizionamenti politici, a leggere della nomina del direttore Amos a Commissario generale dell’Azienda Sanitaria. E’ evidente che ha prevalso un tipo di indicazione strettamente politica”.

 

 

 

 

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