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Venerdì 3 maggio 2024

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Si vota per i sindaci e il referendum domenica 12 giugno

Il Consiglio dei minstri questa mattina ha confermato  l'election day per il 12 giugno

La Guida - Si vota per i sindaci e il referendum domenica 12 giugno

Cuneo – Ora è ufficiale si vota il 12 giugno per le elezioni amministrative e per il rerendum. Il Consiglio dei minstri questa mattina ha confermato  l’election day per il 12 giugno e che vedrà gli italiani votare sia per le amministrative che per i cinque referendum sulla Giustizia. Il secondo turno si terrà domenica 26 giugno. Per ora la nota di Palazzo Chigi riporta elezioni solo per un giorno e non su due coem si prevedeva e come era accaduto negli ultimi due anni di Covid.

Sono 975 i Comuni in Italia che sono in attesa di conoscere la data delle prossime elezioni comunali. Di questi Comuni 26 capoluoghi di provincia e quattro capoluoghi di Regione (Genova, Palermo, L’Aquila e Catanzaro). Sono 92 i Comuni in Piemonte di cui i tre capoluoghi del Piemonte Sud, Cuneo, Asti e Alessandria, ma anche grandi Comuni come Acqui Terme, Borgomanero, Chivasso, Grugliasco e Omegna. Sono 19 i Comuni in cui si vota in provincia di Cuneo, oltre al capoluogo anche in due delle sette sorelle, Mondovì e Savigliano, e ancora a Borgo San Dalmazzo e Racconigi entrambi sopra i 10 mila abitanti seguiti, sempre in ordine di numero di abitanti, da Barge, Sommariva del Bosco, Bagnolo Piemonte, Bene Vagienna, Demonte, Monastero Vasco, Brossasco, Frabosa Soprana, Salmour, Bastia Mondovì, Monterosso Grana, Cravanzana fino ai due più piccoli municipi della valle Stura di Rittana e Argentera.

Cinque sono i quesiti ammessi dalla Corte Costituzionale, si tratta di referendum abrogativi sul tema della giustizia: incandidabilità dopo la condanna (il referendum chiede di abrogare la parte della Legge Severino che prevede l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, membri del governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali nel caso di condanna per reati gravi); separazione delle carriere (lo stop delle cosiddette “porte girevoli”, impedendo al magistrato durante la sua carriera la possibilità di passare dal ruolo di giudice a quello di pm e viceversa); riforma Csm (un magistrato può candidarsi più facilmente al Csm); custodia cautelare durante le indagini (abolizione della reiterazione del reato tra i motivi per cui i giudici possono disporre la custodia cautelare in carcere o i domiciliari); valutazione degli avvocati sui magistrati.

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