Pradleves – “Come piste di pattinaggio siamo stati un po’ dimenticati. Le piste olimpiche al chiuso non fanno aperture al pubblico ma sono fruibili per gli allenamenti delle società professionistiche, quelle all’aperto come le nostre avrebbero potuto aprire a novembre, ma noi abbiamo deciso di non farlo perché non c’erano le condizioni”. Samuele Margarò è da anni il gestore della pista di pattinaggio di Pradleves, quest’anno per lui – come per altri – la stagione non è iniziata. “Un’apertura al 50% delle presenze, senza poter prendere gruppi o organizzare corsi e con l’aumento delle spese per prevedere personale in più da posizionare in pista per garantire distanziamento e sicurezza tra gli utenti, i costi per rifare gli spogliatoi e realizzare entrate e uscite separate sia in pista sia nell’area noleggio, come potevamo fare? Per rendere operativa la pista serve un mese di lavoro, non posso fare apri e chiudi ogni dieci giorni, non ha senso. Nel momento in cui inizio a fare il ghiaccio devo calcolare già 10-15 mila euro di energia elettrica, come posso recuperare anche solo quei costi se dopo pochi giorni mi fanno richiudere? Mi dispiace tantissimo avere la pista chiusa significa dare un disservizio per la vallata, in questi anni ci ho messo tanto impegno ed energia, abbiamo lavorato bene, creato anche un bel gruppo di hockey e di pattinaggio artistico, chissà se il prossimo riusciremo a ricreare tutto. In un anno cambiano tante cose, le persone si disaffezionano e magari scelgono altri posti o si avvicinano ad altri sport. In questa situazione c’erano veramente troppe incognite, non si capiva niente con tutti quei Dpcm, la gente non sapeva si poteva muovere o meno, ogni due per tre cambiavano le disposizioni, riuscire ad organizzare una stagione sarebbe stato impossibile, se uno non ha delle linee guida chiare non può fare investimenti e rischiare di doverli buttare nella spazzatura”.
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