Il museo civico di Cuneo è ospitato all’interno del complesso monumentale di San Francesco, sicuramente l’edificio medievale più importante della città, nato come chiesa dedicata al santo di Assisi già alla fine del Duecento e poi diventato di proprietà comunale negli anni Ottanta. L’ex chiesa è divisa in tre navate da possenti pilastri che un tempo erano affrescati. Lungo la navata sinistra è stata lasciata a vista una parte dello scavo archeologico che si può osservare grazie al percorso a passerella in vetro: sono ben visibili i resti della chiesa più antica e il punto di giunzione quella attuale. Lungo la navata destra si può invece osservare il rimaneggiamento in chiave moderna della chiesa: la cosiddetta “addizione barocca” portò infatti all’apertura di cappelle con decorazioni in stucco, architetture in trompe l’oeil e ricchi corredi di tele dipinte. Allestito nel chiostro e convento della chiesa di San Francesco, il museo civico è articolato in più sezioni.
Il percorso archeologico inizia con la sala della preistoria, dedicata a Livio Mano. Fin da qui è possibile interagire con nuovi strumenti tecnologici che permettono di approfondire le tematiche trattate. I reperti sono esposti in ordine cronologico, a partire dal paleolitico. C’è poi una sezione dedicata alla romanità che espone reperti provenienti da tre diversi siti archeologici, emersi lungo il tracciato autostradale Asti-Cuneo. In particolare, nel territorio di Castelletto Stura è stata individuata una risorgiva naturale che doveva essere considerata sacra già in età preromana. Le necropoli di Montanera e Cascina Bombonina hanno invece restituito numerose tombe a cremazione databili tra il I e il II secolo dopo Cristo. Da qualche anno il museo si è arricchito di una sezione di grande importanza, quella dedicata ai Longobardi.
Il salone al primo piano ospita infatti una selezione dei ritrovamenti avvenuti nella grande necropoli scoperta in frazione Ceriolo di Sant’Albano Stura a partire dal 2009. Nella sezione etnografica al primo piano, fortemente voluta da Euclide Milano, fondatore e primo direttore del museo civico, lo spazio è invece dedicato agli strumenti per il lavoro nei campi, ma anche alle feste popolari. Tra i pezzi più ammirati una collezione di bambole Lenci e il famoso quadro Funerali a Casteldelfino del pittore saluzzese Matteo Olivero, oltre agli eleganti abiti della fotomodella Giò Abrate. Il museo ospita anche una ricca biblioteca specialistica, aggiornata su tutte le tematiche riguardanti i beni culturali. Sono poi a disposizione del pubblico archivi topografici, cartografici e fotografici, tra cui il Fondo Vacchetta ed il Fondo Scoffone.