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Martedì 10 dicembre 2024

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Dopo lo stop della Consulta, la Regione rivede le regole sui sottotetti

Approvato in commissione il provvedimento d’urgenza dell’assessorato all’Urbanistica che recepisce le osservazioni dei giudici della Corte Costituzionale: è legge

Torino

La Guida - Dopo lo stop della Consulta, la Regione rivede le regole sui sottotetti
Con il via libera della prima e seconda commissione congiunte – riunite a Palazzo Lascaris in sede legislativa – diventa legge il provvedimento varato dall’assessore alla Pianificazione Urbanistica Marco Gallo per rispondere ai rilievi mossi dalla Corte Costituzionale con la sentenza di luglio 2024 sulla legge regionale 7 del 2022 in materia di semplificazione urbanistica ed edilizia.
“Insieme all’Assemblea regionale, il territorio e le associazioni ed ordini professionali, abbiamo lavorato per restituire piena operatività al comparto urbanistico piemontese – dichiara l’assessore Marco Gallo – Il nuovo strumento urbanistico rappresenta un’opportunità per sbloccare pratiche edilizie ferme, in linea con le indicazioni della Corte Costituzionale”.
L’iter legislativo si è concluso con un nuovo testo di legge. L’obiettivo, spiega la Regione, è “dare una risposta alle circa 4.000 pratiche bloccate dal vuoto normativo creato dalla sentenza della Corte Costituzionale”.
Le modifiche all’articolo 1 – che concerne quelle che in edilizia si chiamano “variazioni essenziali”, ovvero le difformità rilevanti rispetto ai progetti originari – sono tese a reintrodurre la normativa di competenza regionale, tenendo presente i rilievi della Consulta. Le modifiche all’articolo 2 puntano a reintrodurre, in parte, la normativa precedente la legge Marin, con modifiche per consentire il recupero dei sottotetti esistenti. Il recupero dei sottotetti è consentito purché esistente e legittimo al 31 dicembre 2023. Una scadenza che fa da spartiacque: fino ad allora il recupero è ammesso anche in assenza del via libera del piano regolatore nel Comune di appartenenza. Per tutti i sottotetti realizzati dal gennaio 2024, invece, l’operazione può avvenire solo in coerenza con le indicazioni previste dal piano regolatore generale. La scelta di introdurre un riferimento certo (ovvero la data del 31 dicembre 2023) recepisce la richiesta della Corte Costituzionale contraria al recupero anche per gli edifici non ancora costruiti. Gli interventi finalizzati al recupero dei sottotetti avvengono senza alcuna modifica delle altezze di colmo e di gronda e delle linee di pendenza delle falde. Con l’eccezione per le misure necessarie per opere di resa energetica o adeguamento sismico.

Critiche dall’opposizione

Critiche alla legge urbanistica regionale sono state ribadite dai consiglieri di opposizione. “Oggi in commissione Urbanistica un nuovo capitolo dell’inadeguatezza della destra in Piemonte – dichiara Alice Ravinale (Avs) – La giunta di Cirio non è impegnata ad arginare il consumo di suolo piemontese, ma è concentrata a sistemare i danni fatti due anni fa con una legge urbanistica incostituzionale, che prima ha ampliato enormemente la possibilità di costruire e poi ha bloccato migliaia di pratiche edilizie. La norma approvata oggi mette una toppa per sbloccare le oltre 4.000 pratiche edilizie rimaste bloccate in questi anni e lo fa con la consueta generosità nei confronti di chi vuole costruire – basti pensare che nella nuova norma si considera variazione “non essenziale” di un progetto l’aumento del 20% della superficie lorda, contro il 5% previsto originariamente. Restano tuttavia nella più totale incertezza gli interventi più consistenti dal punto di vista del riutilizzo del patrimonio immobiliare esistente, cassati dalla Corte Costituzionale, su cui la Giunta ha ritenuto di non dover legiferare”.

Per i consiglieri del Movimento 5 Stelle “il mancato dialogo con le opposizioni e l’arroganza della maggioranza ha portato a un risultato che è sotto gli occhi di tutti: 20 articoli su 51 della cosiddetta “Legge Marin” sono stati impugnati dal Governo “amico”. I Comuni si sono trovati in seria difficoltà, con oltre 4.000 pratiche bloccate proprio a causa delle politiche sbagliate volute dal centrodestra, e i correttivi presentati questo pomeriggio in Commissione Urbanistica sono soltanto una pezza su un errore madornale che oggi ci troviamo a dover correggere. Dei sette articoli rimasti da modificare, dopo che cinque sono stati respinti dai giudici della Corte Costituzionale, ne stiamo rivedendo soltanto due. L’annuncio della costituzione di un gruppo di lavoro in seno alla seconda commissione su nuovi e urgenti interventi è sicuramente un punto di partenza, ma il Movimento 5 Stelle continuerà a vigilare affinché si punti sempre più sul riuso e sul riutilizzo e si dica stop al consumo di suolo”.

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