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Sabato 27 luglio 2024

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L’ex chiesa di Santa Chiara riapre al pubblico dopo il restauro

Concluso il cantiere di recupero del “gioiello” del barocco in via Savigliano. La riapertura ufficiale lunedì 17 giugno alle 18: l'edificio sarà affidato al Melarancio per spettacoli ed eventi culturali

Cuneo

La Guida - L’ex chiesa di Santa Chiara riapre al pubblico dopo il restauro

Lunedì 17 giugno alle 18 i cuneesi potranno riscoprire lo splendore dell’ex chiesa di Santa Chiara, gioiello del barocco in via Savigliano, recuperata agli antichi splendori da un profondo intervento di restauro degli affreschi, della volta e della cupola che si è concluso nei mesi scorsi (https://laguida.it/2023/12/12/la-cupola-di-santa-chiara-e-tornata-a-splendere-fotogallery/). La riapertura ufficiale è il primo passo della nuova “vita” dell’edificio, affidato dal Comune alla Compagnia Il Melarancio e destinato a ospitare spettacoli ed eventi culturale dopo la conclusione dei lavori di allestimento che saranno realizzati nei prossimi mesi.

L’ex chiesa riapre al pubblico

Alla riapertura ufficiale, lunedì 17 giugno, interverranno la sindaca, Patrizia Manassero, il vicesindaco Luca Serale, assessore ai Lavori Pubblici, e l’assessora alla Cultura, Cristina Clerico, e saranno illustrati i lavori di restauro, mentre una narrazione artistica a opera de Il Melarancio ripercorrerà la storia dell’edificio.

La compagnia presenterà inoltre un progetto di sostenibilità ambientale che si terrà lo stesso giorno alle 21.15 e vedrà impiegate 8 biciclette che, una volta attivate, produrranno energia per l’accensione delle luci interne. L’ex chiesa rimarrà poi aperta anche martedì 18 giugno per permettere, a chi lo volesse, di entrare e ammirare gli affreschi restaurati.

Mercoledì 19 giugno, invece, si terrà insieme ad Alberto Cuttica di Hangar Piemonte una giornata aperta agli stakeholder e chiunque voglia proporre idee per la progettazione degli eventi che animeranno l’edificio nei prossimi mesi.

Hub culturale

Con un accordo di Partenariato Speciale Pubblico Privato, sottoscritto nel 2022, il Comune ha affidato alla Compagnia Il Melarancio per 25 anni la gestione, promozione e valorizzazione dell’ex chiesa di Santa Chiara e di palazzo Soverini, edificio della prima metà del XV secolo nella Piazzetta del Teatro 1, vicino al Teatro Toselli, già sede della compagnia dal 2010. Dopo le ultime rifiniture da parte della compagnia, nel dicembre 2024 Santa Chiara è destinata a diventare un hub culturale del territorio.

Gli allestimenti tecnici, realizzati nel rispetto dell’edificio, prevedono l’installazione di un palco mobile e un pavimento sopraelevato. Nella ex sacrestia verrà realizzata una piccola zona food, mentre verrà riaperto l’accesso al cortile interno. Saranno installati dei pannelli solari sopra il tetto del palazzo adiacente (oggi sede dell’Ipsia) per alimentare la chiesa, mentre il teleriscaldamento coprirà il restante fabbisogno.

“Uno dei gioielli più preziosi della città”

“Dopo un lungo e minuzioso lavoro dei nostri uffici e dei progettisti incaricati, possiamo finalmente restituire alla città uno dei suoi gioielli più preziosi e storicamente più importanti – sottolineano la sindaca, Patrizia Manassero, e gli assessori Luca Serale e Cristina Clerico – Siamo molto soddisfatti dell’intervento realizzato, che restituisce all’edificio la sua straordinaria veste originale e lo rende nuovamente accessibile e fruibile per i numerosi eventi culturali che verranno proposti in accordo con la Compagnia Il Melarancio, in un’ottica di maggiore benessere sociale della comunità, con un’attenzione particolare verso i nostri giovani”.

“Un percorso da intraprendere insieme alla comunità”

Il direttore artistico della Compagnia Il Melarancio, Gimmi Basilotta spiega il progetto futuro relativo a Santa Chiara: “L’ex chiesa sarà uno spazio culturale multifunzionale, un luogo in cui persone e organizzazioni potranno progettare e realizzare iniziative e azioni mirate al benessere: immaginiamo infatti che il bene potrà diventare non solo una sala di spettacolo, ma un luogo aperto ai cittadini come luogo culturale, ricreativo e di incontro. Una scommessa per il futuro ed un percorso da intraprendere insieme alla comunità”.

I lavori di restauro

L’ex chiesa era chiusa dal 2016 ed era stato di degrado (nonostante gli interventi ripetuti nel corso degli anni) con gli stucchi settecenteschi e gli elementi architettonici compromessi a causa di ripetute e costanti infiltrazioni di acqua piovana sia dal tetto che dalle finestre. L’intervento di restauro ha interessato tutti gli affreschi sulle pareti sulla volta e sulla cupola. “Nello specifico – spiegano dal Comune – è stata approfondita la pulitura sulle parti affrescate, con particolare attenzione ai tratti che presentavano forti distacchi, e la velatura di tutte le parti decorate e a stucco. È stata realizzata la reintegrazione pittorica delle superfici murali di maggior pregio (parti figurate e decorazioni) in presenza di abrasioni, cadute di pellicola pittorica e lacune d’intonaco stuccato, con colori ad acquarello secondo le indicazioni della competente Soprintendenza”.

Infine, per i serramenti è stata prevista la sostituzione di tutti quelli in legno ormai irrecuperabili e sono state pulite le lattonerie all’esterno.

I lavori, svolti dalla ditta Lithos di Venezia per un costo totale di 570.000 euro, sono stati finanziati all’80% dal “Fondo Cultura” del Ministero della Cultura mentre la restante parte deriva dal Comune di Cuneo grazie ad un avanzo di amministrazione.

Attualmente gli uffici comunali stanno lavorando, secondo le disposizioni della Soprintendenza, alla ricollocazione di due preziose pale d’altare, ora custodite nei depositi museali delle collezioni civiche cuneesi. Si tratta dell’Immacolata Concezione del Beaumont (1738-1741) un tempo ubicata nell’omonima cappella all’interno della chiesa, e di San Tiburzio e Santa Cecilia, patrona della musica, di autore sconosciuto (metà del XVIII secolo), in origine presente sopra l’altare di destra.

L’edificio, costruito nel XVIII secolo, è uno dei monumenti barocchi più significativi di Cuneo. Sia la precedente chiesa che l’annesso convento delle Clarisse sono già menzionati nei carteggi del 1298. L’attuale costruzione, attribuita con qualche incertezza a Francesco Gallo, fu costruita a partire dal 1712 portando, secondo gli scritti, ad una forte alterazione del vecchio quartiere di San Dalmazzo.

Il convento era molto fiorente ed accoglieva le figlie delle maggiori famiglie cuneesi. Per via delle leggi riguardanti l’incameramento dei beni ecclesiastici nel 1855, le clarisse dovettero cedere il convento al Comune. Successivamente, la chiesa venne riaperta sotto la gestione della Congregazione dei Salesiani che qui rimasero fino al 1982 conducendo il Convitto Civico in via Cacciatori delle Alpi. Negli anni Novanta, la chiesa è stata sconsacrata e destinata a concerti in collaborazione con le principali orchestre e accademie cittadine, mostre ed eventi espositivi.

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