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Martedì 30 aprile 2024

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Cuneo, aumentano le richieste di aiuto e i nuovi poveri

Questa mattina nella sala Vinay la Caritas di Cuneo-Fossano ha presentato il report 2023 dell’Osservatorio Povertà e Risorse

Cuneo

La Guida - Cuneo, aumentano le richieste di aiuto e i nuovi poveri

Nel 2023 la Caritas diocesana di Cuneo-Fossano ha registrato un aumento di richieste pari al 36%. In valore assoluto sono 1617 le persone che si sono rivolte al braccio caritatevole della Chiesa Cattolica cuneese e fossanese, registrando 584 nuovi ingressi.

Concentrandoci sulla zona cuneese nei centri di ascolto parrocchiali sono 745 le persone o nuclei familiari incontrati, di cui 227 nuovi, mentre sono stati 281 quelli incontrati dal Centro d’ascolto diocesano, 168 sono nuovi. Rispetto al 2022 gli incontri sono aumentati del 48%, registrando il 113% di nuovi accessi, che significa più del doppio delle prese in carico da parte di Caritas nella zona cuneese. I nuovi accessi ai servizi di Caritas sono stati infatti 395 contro i 185 del 2022. Questo aumento è dovuto anche all’apertura di un punto di ascolto alla Mensa e a due nuovi centri di ascolto parrocchiali.

Questa è la fotografia della povertà a Cuneo e a Fossano che è stata approfondita venerdì 5 aprile nella Sala Vinay in via Roma 4 a Cuneo, durante la presentazione annuale del report 2023 dell’Osservatorio Povertà e Risorse.

Chi si rivolge a Caritas

Tra chi si rivolge al Centro di ascolto diocesano le persone di origine italiana sono diminuite del 12%, così come tutte le provenienze dall’Europa, con la fine degli afflussi dall’Ucraina. Nelle parrocchie c’è un certo aumento delle presenza sud americana, ma soprattutto, crescono di più del 25% le presenza centro e sudafricane, come anche l’accesso degli italiani è aumentato, 89 nuclei in più, cioè il 2% rispetto al 2022, così pure le persone dal sud America (4%).

Il quartiere Cerialdo ha il tasso assoluto più alto di poveri cronici, il 28% delle persone che si rivolgono al centro di ascolto è in carico da più di 10 anni.

Età dei beneficiari

Nelle Caritas parrocchiali le fasce di età non hanno subito cambiamenti rispetto al 2022; l’età prevalente è tra i 25 e i 45 anni, sono il 43% del totale. Resta abbastanza consistente la presenza dell’età fra i 46 e i 60 anni, che si attesta al 34%. Al Centro di ascolto diocesano, invece, cresce al 51% la fascia 25-45 (era il 45% nel 2022) e la fascia sotto i 25 anni, passando dal 3% al 10% di presenze.

Problema abitativo

In primo piano c’è il problema abitativo. Nelle Caritas parrocchiali la richiesta di aiuto economico per il mantenimento dell’abitazione è salito del 13%, sono 20 i nuclei familiari che hanno fatto richiesta per la prima volta. Invece nel Cda diocesano il 22% delle persone ascoltate (62 nuclei) hanno problemi relativi all’abitazione: morosità, minaccia di sfratto, impossibilità a reperire un alloggio.

La mancanza di lavoro

Come fa sapere Caritas diocesana l’emergenza lavoro si è concretizzata nel lavoro che non c’è. Sono aumentati del 7% i richiedenti alle Caritas parrocchiali che hanno perso il lavoro negli ultimi 3 anni. Mentre in quello diocesano c’è stato un aumento del 28% delle persone che hanno perso il lavoro in meno di un anno, cui si aggiungono il 23% di lavoro precario e il 3% di lavoro in nero.

Distribuzione viveri

Il supporto messo in atto da Caritas riguarda principalmente il cibo. Con il nuovo magazzino viveri in via Monsignor Riberi 32 che distribuisce i nove centri parrocchiali, la mensa “Claudio Massa” e l’Emporio solidale parrocchiale “San Paolo”. Il magazzino ha distribuito 72 tonnellate di alimenti, è un polo logistico per il recupero di prodotti freschi e non solo da supermercati e altri negozi e la loro distribuzione alle centri viveri del territorio di Cuneo e dintorni. A Cuneo sono stati distribuiti 5310 pacchi viveri per 404 nuclei, l’Emporio che lavora sulla parrocchia di San Paolo tra ottobre e dicembre ha dato 3051 articoli a 32 famiglie.

La mensa e l’accoglienza notturna

Nel 2023 sono stati distribuiti 23095 pasti dalla Mensa. Dal mese di giugno, in cui si è iniziato a registrare le persone nel sistema regionale, la Mensa Caritas ha servito 579 persone, di cui 45 donne e 534 uomini. Gli utenti provengono da 47 nazionalità. La maggior parte, 304, hanno meno di 45 anni.

Nei dormitori sono passati 105 uomini di 22 nazionalità diverse. Sono stati ospitati da un massimo di 84 notti ad una soltanto. Le nazioni più rappresentate sono la Somalia con 9 persone l’Italia con 8 e quindi Pakistan e Tunisia con rispettivamente 5 e 4 persone. Tutte le altre nazionalità sono presenti con una sola persona. Le fasce di età rispecchiano quelle dei fruitori della Mensa con una netta prevalenza di persone sotto i 45 anni, il 56%, ed il 26% con meno di 25 anni.

Servizi Caritas sul territorio

Al momento i servizi gestiti da Caritas sono il Centro d’ascolto e il coordinamento insieme agli 11 Centri di ascolto parrocchiali. A questi si aggiungono: il centro servizi “Claudio Massa” con la mensa e il dormitorio, il centro vestiario, l’ambulatorio, i centri distribuzione viveri parrocchiali e il magazzino viveri.

Enrico Manassero, direttore di Caritas diocesana ha detto: “Questo incontro è per addetti ai lavori con tanti soggetti del territorio, perché l’intento di Caritas è promuovere una rete. Il fatto di condividere questo momento con voi è essenziale. I poveri sono persone. A volte è difficile stare con i poveri, ma ce la mettiamo tutta”. E conclude la presentazione dicendo: “Aumentano i poveri e le richieste di aiuto di giovani sotto i 35 anni, l’emarginazione sociale della fascia anziana, permane il problema abitativo e la tematica del lavoro con un aumento della disoccupazione. Una riflessione da fare è che non serve moltiplicare i servizi di base, ma cosa possiamo fare? Creare luoghi in cui tessere legami”.

L’importanza del report è stata espressa anche da Patrizia Manassero, sindaco di Cuneo: “È importante che il report non sia statistico, ci è utile come ente pubblico e, attraverso la gestione delle politiche di welfare, il report ci serve anche oltre le nostre antenne per indirizzare gli interventi sui punti più fragili di oggi. È utile perché l’area della fragilità è molto fluida, perché le leggi influiscono sulle situazioni emergenziali, su persone che non hanno la forza di assorbire dei cambiamenti pesanti”

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