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Sabato 27 aprile 2024

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Filippo Varrone, classe 1919, alla Festa delle Leve di Boves

Lunedì 1 aprile l'uomo sarà alla guida dei circa 600 festeggiati nati negli anni che terminano per 4 e 9

Boves

La Guida - Filippo Varrone, classe 1919, alla Festa delle Leve di Boves

L’edizione 2024 della Festa delle Leve in programma lunedì 1 aprile, passerà alla storia come quella con il festeggiato più longevo. Zamira e Claudio, alla guida della classe 1984 (la “leva di mezzo”, quella chiamata a “comandare” la cerimonia), annunciano con orgoglio ed emozione la presenza di Filippo Varrone, classe 1919. L’uomo guiderà una carovana composta da circa 600 persone, i nati negli anni che terminano per 4 e 9. Arianna Peano, nata a dicembre del 2009, sarà invece la più giovane fra i quindicenni, al loro “battesimo” nella società. Fra i protagonisti della giornata, anche il parroco don Bruno Mondino (classe 1959).
Ad accompagnare la sfilata, che prenderà il via da Piazza Caduti alle 9.40, le note della Banda Musicale “Silvio Pellico” e i giochi di una volta di Prezzemolo, reduce dal recente successo del programma di Pif “Caro Marziano”.
“Per tutto il tempo della festa – commentano gli organizzatori – ci saranno giochi e attrazioni per i bambini con “Giocolegno Valle Varaita”. La nostra idea di una festa così importante ricorda il passato ma strizza l’occhio al futuro. Per questo abbiamo pensato di invitare i bambini del 2019 per farli incontrare con Filippo Varrone. Dopo la Messa delle 11 e le foto di gruppo, proseguiremo la giornata con il pranzo. Con alcune leve pranzeremo insieme presso il Palazzetto dello Sport”.


La presenza e la storia di Varrone sintetizzano nel migliore dei modi il rapporto che i bovesani hanno con la festa delle leve. L’uomo infatti abita a Roquebrune Cap Martin ma non vuole mai mancare a questo appuntamento. Nato a Boves il 22 settembre 1919, Varrone sposa a Natale del 1946 (per non perdere un giorno di lavoro) Maria Giordano con la quale si trasferisce a Demonte luogo dove abita prima di trasferirsi recentemente in Francia. Iperattivo e determinato (fino a pochi mesi fa si dilettava a fare il pane per la famiglia), Filippo non si scoraggia davanti alle dure prove della vita. Nel 1976 cade dall’altezza di 12 metri durante l’opera di rifacimento di un tetto. Con i segni ben visibili sulla gamba, più corta di 8 cm rispetto all’altra, l’uomo prosegue imperterrito le sue attività dedicandosi, in particolare all’orto e al giardino. Con gratitudine e devozione, da quel momento, ogni anno raggiunge Sant’Anna di Vinadio per celebrare la grazia ricevuta. La prima volta, lo fa poco dopo essere stato dimesso dall’ospedale.
Attraverso la lettura si mantiene costantemente informato sulle questioni del cuneese e del mondo. Allena la mente seguendo con attenzione i quiz serali di Rai1 e vive con preoccupazione l’evoluzione dei lavori per il tunnel del Tenda. Vorrebbe vedere conclusi gli interventi per poter fare ancora qualche viaggio verso Boves e Demonte attraversando la Valle Roja e non più il colle di Nava. Con ironia e disarmante semplicità risponde a chi cerca di carpire il segreto di questa longevità. “Basta non morire prima – commenta –. Ricordarsi di respirare e non sollecitare troppo il Padre Eterno” che, a suo avviso, lo ha forse dimenticato.

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