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Lunedì 29 aprile 2024

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Tettoia Vinaj, respinta la richiesta della minoranza di dimissioni della sindaca

Dibattito acceso nel consiglio comunale straordinario, l'opposizione contesta la strategia processuale scelta dal Comune e attacca anche sulla mail di risposta del dirigente Rinaldi all'avvocato: “Perché non era agli atti?”

Cuneo

La Guida - Tettoia Vinaj, respinta la richiesta della minoranza di dimissioni della sindaca

Con 21 voti contrari e 12 favorevoli, il Consiglio comunale ha respinto “l’invito alla sindaca a valutare di rassegnare di dimissioni” presentata dai consiglieri di minoranza. Un esito ampiamente previsto, arrivato però dopo quasi 4 ore di confronti anche molto accesi, nella seduta del consiglio comunale straordinario convocata lunedì sera su richiesta dei gruppi di opposizione per tornare a discutere della vicenda della Tettoia Vinaj e dei relativi canoni e oneri non pagati (arrivati nel frattempo a un totale di quasi un milione di euro) dalla società Tettoia Vinaj srl al Comune.

La richiesta di dimissioni era motivata dalla mancata comunicazione da parte della sindaca, nel consiglio comunale di febbraio, dell’approvazione avvenuta nei giorni precedenti di una delibera con cui la giunta autorizzava la prima cittadina a presentare ricorso alla sentenza di primo grado del tribunale in merito alla richiesta di restituzione dell’immobile, e di pagamento di quanto dovuto presentata dal Comune. “Un’omissione grave” secondo i consiglieri di minoranza, mentre la sindaca ha spiegato che nell’occasione era ancora “in attesa di un ultimo parere legale” relativa al ricorso.

Le risposta ritrovata

Lunedì sera la seduta si è aperta subito con una sorpresa, ovvero la comunicazione ai capigruppo da parte del presidente del consiglio, Marco Vernetti, della risposta scritta inviata via mail dal dirigente Giorgio Rinaldi allo studio Barosio, nella fase di predisposizione della causa, in merito alle richieste del Comune. Una risposta che non era agli atti e che per la minoranza certificherebbe una chiara indicazione da parte del Comune. Sulla vicenda Giancarlo Boselli ha già presentato un’interpellanza in vista del prossimo consiglio comunale: “Nella seduta del 18 marzo siamo stati informati che, contrariamente a quanto comunicatoci alcuni giorni prima, lo studio Barosio ha reperito una lettera del dirigente Rinaldi sulla vicenda Tettoia Vinaj, in risposta alla loro richiesta di indicazione sulla strategia processuale da seguire. La missiva non può essere considerata una comunicazione personale, ma fatta nel pieno delle funzioni di dirigente del settore legale”. Boselli chiede alla sindaca “per sapere per quali motivi la lettera dell’allora dirigente dell’ufficio legale non risulti invece agli atti del Comune né nella pratica della Tettoia Vinaj”.

Le accuse dell’opposizione

Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) ha aperto la serie di interventi dei consiglieri di opposizione: “Il sindaco deve fare attenzione a non prendere in giro il consiglio comunale, a omettere una comunicazione con dolo. Una giunta che si comporta in questo modo non può amministrare una città, anche se penso che non abbiate nemmeno preso in considerazione l’eventualità delle dimissioni”. Sturlese ha parlato di “opache reti del consenso che legano strettamente il comportamento delle persone e degli elettori” e ha attaccato l’ex sindaco Federico Borgna: “Questo è il lascito dell’amministrazione precedente da cui questa amministrazione non riesce a staccarsi. Qui c’è una questione morale”.

Per Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) si tratta di “una questione enorme di scelte politiche fatte dalla maggioranza nel corso degli anni, resta gravissimo che la sindaca abbia cercato di non essere trasparente”. Paolo Armellini (Indipendenti) ha ricordato che “solo dopo sette anni è stato deciso di intentare l’azione giudiziaria, peraltro sbagliando l’impostazione. Perché non si è proceduto con un decreto ingiuntivo? Questa vicenda forse non ci sarebbe stata se ci fosse stata l’avvocatura del Comune”.

Giuseppe Lauria ha attaccato giunta e maggioranza su tutta la linea: “Credo dovreste avere il pudore del silenzio perché avete perso un milione di euro. Se la minoranza non avesse avuto la perseveranza di andare fino in fondo voi sareste ancora lì a non sapere cosa succede. Siete responsabili del vostro atteggiamento omissioni e silente, siete complici. Chi paga oggi? Nessuno”.

Noemi Mallone (Fratelli d’Italia) ha puntato il dito sulla scelta in sede giudiziaria: “È stato affidato il mandato di chiedere la risoluzione contrattuale, ma se chiediamo la risoluzione del contratto non possiamo chiedere anche l’adempimento degli obblighi: è stato un errore”. Posizione ribadita da Franco Civallero (Forza Italia):Ho sempre avuto l’impressione stavamo seguendo la strada sbagliata, è stato commesso un errore madornale e quei 900.000 non li vedremo mai. L’appello non ha alcun senso perché non regge”. Aniello Fierro (Cuneo per i Beni Comuni), pur non firmando la richiesta della minoranza, ha chiesto alla giunta di “spiegare cosa è successo alla città e come si è arrivati a questa situazione”.

Infine, Giancarlo Boselli (Indipendenti): “Avete lasciato passare sette anni e poi l’indicazione chiara all’avvocato è stata quella di ottenere la restituzione dell’immobile, una scelta che non poteva che portare a questa sentenza. La sindaca ha omesso un’informazione fondamentale”. Boselli è anche tornato anche ad attaccare l’ex sindaco, Federico Borgna: “Signora sindaca, davvero vuole fare eleggere a presidente della Fondazione Crc la persona che ha creato questa questione?”.

La maggioranza

Per la maggioranza, Maria Laura Risso (Centro per Cuneo) ha sottolineato che “il consiglio comunale è un organo politico, non è un’aula di tribunale” e ha ricordato che questa vicenda nasce da un’operazione positiva come la riqualificazione di piazza Foro Boario. “La minoranza si concentra solo su un punto tra i tanti di una sentenza che ha riconosciuto in pieno le ragioni del Comune. Il processo civile è ancora in atto e attiene un piano del tutto tecnico”.

Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale) ha replicato alle accuse dei consiglieri di minoranza: “Noi siamo i primi a volere chiarezza: questa vicenda si trascina da otto anni e quando sono entrata in consiglio comunale il contenzioso era già in atto. La sentenza ha però sciolto il contratto per grave inadempimento e ha sgomberato il campo da ogni dubbio sul comportamento dell’amministrazione”.

La piena fiducia alla sindaca, e quindi il voto contrario alla richiesta di dimissioni, è arrivata dalla capogruppo del Pd, Claudia Carli: “Rinnoviamo con convinzione la fiducia alla nostra sindaca e alla giunta e al programma che abbiamo sottoscritto”.

La sindaca

La sindaca, Patrizia Manassero, ha ribadito la sua posizione: “Su questa vicenda siamo tutti preoccupati, nessuno la sta affrontando a cuore leggero. Quell’area era in forte degrado e oggi è una piazza aperta con verde, frequentata da giovani e famiglie. Nel fare tutto questo abbiamo incontrato una persona che non ha ottemperato a quanto previsto dal contratto di gestione di quell’immobile. La sentenza di primo grado riconosce a Tettoia Vinaj srl la colpa grave per le cose non fatte, dice che il contratto era scritto in modo chiaro e che i solleciti da parte del Comune sono stati fatti tutti. La sentenza non cancella il debito e noi andiamo avanti con l’appello per ottenere quanto ci è dovuto: quella del ricorso è una decisione che spetta alla sindaca e alla giunta. Nello scorso consiglio comunale ero ancora in attesa di un ultimo parere legale prima di firmare la delibera. È però sempre stato tutto scritto nelle delibere, e sono questi li unici atti ad avere effettivo valore. Su questa strada continuiamo ad andare avanti, con trasparenza”.

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