Nell’autunno scorso sono stati recuperati alcuni itinerari antichi, che, con lo spogliarsi della vegetazione, si possono rintracciare meglio nel loro snodarsi e nel lasciar emergere qualche traccia nelle pieghe del terreno o in qualche rudere nascosto. Sono quindi resti del passato che riaffiorano nel cammino autunnale come luce propizia per la memoria di tempi andati, per individuare labili segni del passaggio di chi ci ha preceduto, per segnare punti di riferimento da tenere presenti nel cammino, quando l’esuberante crescita della vegetazione tornerà a distogliere lo sguardo dall’orizzonte. Riprendendo il cammino dai valichi alpini e scendendo dalle valli, ci si imbatte nella scelta tra il moltiplicarsi di strade, che si incontrano appena si apre la pianura. Infatti nei colli che permettono il transito nella corona delle Alpi Marittime, tutti a quote di duemila metri ed oltre, il transito è quasi obbligato in punti limitati adatti al passaggio. Ben diverse sono le possibilità di tracciati che la pianura offre, lasciando ben pochi ostacoli naturali a condizionarli, come sono stati, ad esempio, i fiumi.
Sul numero de La Guida in edicola, due pagine dedicate ai percorsi antichi alla ricerca della via romana tra Pedona e Augusta Bagiennorum.