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Lunedì 29 aprile 2024

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Dal mulino di Castelletto Stura alle formazioni partigiane delle nostre valli

Il libro nel ripercorrere la vita di Lucia Boetto Testori ricostruisce un cinquantennio del Novecento

La Guida - Dal mulino di Castelletto Stura alle formazioni partigiane delle nostre valli

Una bicicletta, una certa spavalderia mista a una buona dose di coraggio, soprattutto la ferma convinzione di essere dalla parte giusta: sono gli ingredienti che sorreggono l’impegno di Lucia Boetto quando nel 1943 sceglie di entrare nella Resistenza.

Il libro nel ripercorrerne la vita ricostruisce un cinquantennio del Novecento.

Nasce a Castelletto Stura dove la sua famiglia gestisce il mulino Sant’Anselmo. Le autrici sottolineano la precoce abitudine ad assumersi delle responsabilità. Deve sostituire il padre prima nel lavoro poi nel tenere i rapporti con clienti e banche. È un’idea di donna non  certo in linea col ritratto femminile offerto dall’educazione fascista.

Del resto in casa si respira un’aria che non collima proprio con il regime. Il padre aveva partecipato alla guerra e, tornato a casa, “aveva provato l’amarezza e la delusione di vedere misconosciuti il valore e il sacrificio di tutti gli ex combattenti”. Questo spiega il suo atteggiamento “ferocemente” antiaustriaco e antimilitarista che presto diventerà anche antifascista.

Quando Galimberti pronuncia il celebre discorso dal balcone di Piazza Vittorio, Lucia ha 23 anni e con molti amici, tra cui il suo fidanzato Renato Testori, matura la scelta della Resistenza: “vedere uno sfacelo così,  quel disastro della Quarta Armata che si è dispersa, vedere che dalla Russia o dai vari fronti non tornavano più i nostri amici, cosa fa uno? Tira su le maniche e corre, e fa quello che può”.

A lei prima il compito di recuperare le divise che i soldati allo sbando lasciavano tra i boschi per indossare abiti civili, poi quello di staffetta ma il termine non le piaceva, per tenere i contatti tra le varie formazioni o per portare l’esplosivo al plastico per i sabotaggi. La bicicletta è il suo mezzo. Non usa mai le armi. Le autrici ritengono importante sottolineare questi aspetti perché rappresentano un versante della lotta partigiana non fatta solo di scontri, ma intessuta di varie figure, specie femminili, che in modalità diverse hanno portato il loro contributo.

L’ufficiale in bicicletta

di Bruna Bertolo, Ornella Testori

Editrice Neos

17 euro

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