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Giovedì 25 aprile 2024

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Ancora in aumento i casi di peste suina africana, appello agli enti

Confagricoltura Piemonte e Confagricoltura Liguria chiedono alle due Regioni di unire gli sforzi in un'azione massiccia ed efficace

La Guida - Ancora in aumento i casi di peste suina africana, appello agli enti

Cuneo – Ancora casi in aumento per la peste suona africana a cavallo tra Piemonte e Liguria, e dagli agricoltori delle due regioni viene un appello urgente a intervenire in modo efficace contro il dilagare del problema. Nell’aggiornamento dei dati a ieri (giovedì 19 gennaio) salgono a 269 i casi di carcasse di cinghiali trovate positive alla peste suina africana, di cui 176 in Piemonte e 93 in Liguria, in 54 Comuni (le province interessate sono alessandrino e genovese e intorno all’area interessata sono scattate fasce di biosicurezza).
Sul tema tornano a farsi sentire le organizzazioni professionali agricole, che dal primo caso di “psa” (scoperto il 27 dicembre 2021) chiedono azioni forti per contrastare la diffusione, a partire dall’abbattimento di migliaia di cinghiali, che da tempo ormai sono un flagello per l’agricoltura, soprattutto in zone collinari e pedemontane.
Le federazioni regionali di Piemonte e Liguria di Confagricoltura chiedono un’azione massiccia e sinergica delle due Regioni per contrastare il problema: i presidenti di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia e di Confagricoltura Liguria Luca De Michelis con un appello congiunto chiedono alle istituzioni di agire sinergicamente per contenere il dilagare del problema. “Alla luce dei nuovi casi, chiediamo che venga costituito e convocato al più presto un Tavolo permanente interregionale di confronto sull’argomento, che possa ricercare e concordare le iniziative di contrasto all’emergenza”, affermano Allasia e De Michelis.
Confagricoltura Piemonte e Liguria ribadiscono che “la biosicurezza rappresenta un elemento fondamentale per il contenimento dell’epidemia, soprattutto al fine di prevenire l’ingresso delle infezioni negli allevamenti, ma che senza un intento e uno sforzo comune e coordinato di entrambe le Regioni non si possa arginare la diffusione del virus. Non possiamo permettere che il comparto venga penalizzato dalla chiusura di quelle aziende che rientrano nelle zone infette I e II in continuo ampliamento. Siamo certi che la nostra richiesta verrà accolta nell’interesse di tutti gli attori coinvolti”.
Le due organizzazioni hanno chiesto alle rispettive Regioni un consiglio aperto per portare a conoscenza del mondo politico la gravità della situazione e la necessità di risposte urgenti per il comparto suinicolo.

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