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Martedì 7 maggio 2024

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Cuneo dice no alla guerra dell’Ucraina e a tutte le guerre (video)

Un migliaio di cuneesi oggi in strada per dire no alla guerra, dal palco anche la proposta dell'istituzione dalla prossima amministrazione di un assessorato alla pace

La Guida - Cuneo dice no alla guerra dell’Ucraina e a tutte le guerre (video)

Cuneo – Un migliaio di persone, giovani e adulti, bambini e anziani, famiglie con bandiere della pace e striscioni, cartelli e bandiere delle varie associazioni si sono trovati oggi a Cuneo per dire no alla guerra.
Il corteo è partito dietro il grande lenzuolo con l’articolo 11 della Costituzione sull’Italia che ripudia la guerra tenuto dai ragazzi, poi la musica da Fabrizio De Andrè a Bob Dylan, che accompagnava il torneo pacifico da piazzale della Libertà per proseguire in corso Giolitti, dove all’angolo con corso Nizza si è tenuta la prima delle pause di lettura, una riflessione sui conflitti e sulla pace, elencando “solo”, si fa per dire, i trenta conflitti più grandi della storia del mondo nei 77 anni che ci dividono dalla fine della seconda guerra mondiale. Un elenco impressionante di guerra fratricide, di guerre tra popoli vicini, di guerre di interesse tra super potenze con milioni e milioni di morti. Poi il corteo è proseguito lungo corso Nizza poi circumnavigando piazza Galimberti con il minuto di silenzio sotto il balcone di Galimberti e continuare verso rondò Garibaldi, viale Angeli fino al Monumento della Resistenza accolti dalle parole e dalla musica di “Fiume Sand Creak” di De Andrè. Un modo per dire il no non solo alla guerra in Ucraina ma a tutte le guerre.
Tra i partecipanti all’iniziativa promossa da tante associazioni, anche diversi profughi ucraini e migranti e un bel gruppo di scout, oltre alle bandiere di sindacati, Acli e la partecipazione di Diocesi, Caritas. Solo Cuneo per i beni Comuni ha voluto essere presente tra le forze politiche dell’attuale parlamentino cuneese.
Tra le proposte arrivate dal palco finale di fronte al monumento della Resistenza anche quella della richiesta alla politica cuneese dell’istituzione dalla prossima amministrazione di un assessorato alla pace.

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