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Domenica 28 aprile 2024

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A processo per riciclaggio e truffa su un’auto venduta

I numeri del telaio non corrispondevano a quelli dell’immatricolazione, e altre vicissitudini su cui vedere chiaro

La Guida - A processo per riciclaggio e truffa su un’auto venduta

Fossano – Avevano venduto un’auto il cui telaio non corrispondeva a quello dell’immatricolazione, essendo stato preso da un’auto risultata rubata, e per questo sono finite a processo tre persone, N. M., il proprietario dell’auto, con l’accusa di riciclaggio, mentre N. S. e P. P. che avevano materialmente venduto l’auto, sono accusati di truffa. La vicenda ha avuto inizio in un Comune alle porte di Roma dove vivevano i tre imputati, ma si è conclusa a Fossano dove risiede la vittima della presunta truffa nonché cugino di P. P., uno dei tre imputati. A raccontare i fatti è stata la vittima della truffa che nel 2016 aveva acquistato, senza mai averla vista di persona, la Giulietta Alfa Romeo che M. N. aveva trasferito al figlio N. S., commerciante di auto, affinché questo la vendesse. “Mio cugino conosceva N. S. che aveva questa macchina e me la propose in vendita. Io l’ho vista per la prima volta quando sono venuti a portarmela a settembre 2016. L’ho pagata 8.000 euro, ma quando mia moglie l’ha portata dal meccanico per la revisione abbiamo scoperto che il numero di telaio non corrispondeva a quello dei documenti. Mio cugino mi disse che forse M. N. aveva cambiato telaio in seguito a un incidente. Ora la famiglia di mio cugino mi sta restituendo i soldi che ho pagato per l’auto”. Nella sua deposizione M. N., luogotenente della Guardia di Finanza in congedo dal servizio attivo, ha invece raccontato dell’amicizia con P. P., suo vicino di casa, del fatto che spesso gli era capitato di prestargli la sua auto e di come nei primi mesi del 2016 quest’ultimo gli raccontò di aver avuto un incidente andando a sbattere contro un albero: “Mi disse che era colpa sua e lui me l’avrebbe riparata. Dopo qualche settimana me la consegnò ma era di colore diverso perché disse che aveva trovato dei pezzi di ricambio non originali per risparmiare e quindi l’aveva tutta ridipinta”. Tra l’incidente e la vendita, quella stessa auto avrebbe subito un altro incidente nel giugno 2016, un tamponamento a catena, di cui però M. N. ha dichiarato di non aver mai saputo nulla, disconoscendo le firme apposte sui documenti della constatazione di incidente e negando di essere mai stato contattato dall’assicurazione per il risarcimento. La difesa ha infatti chiesto una perizia calligrafica e la deposizione della proprietaria di uno dei veicoli coinvolti nel sinistro. L’udienza è stata quindi rinviata al 16 marzo per ascoltare gli altri testimoni.

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