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Sabato 4 maggio 2024

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Visto con voi: “Roberta cade in trappola” di Cuocolo/Bosetti

La Guida - Visto con voi: “Roberta cade in trappola” di Cuocolo/Bosetti

Esponente di spicco dell’iperrealismo americano, Duane Hanson (1925-1996) è diventato famoso grazie a statue in resina di poliestere o fibra di vetro dipinte che rappresentano, a grandezza naturale, tipi umani emblematici della società statunitense  (casalinghe, sportivi, turisti, lavoratori), creando un inquietante cortocircuito tra finzione e realtà. Le immagini di un catalogo di una mostra dell’artista, riprese da una telecamera e proiettate su un grande fondale, sono diventate il principale elemento scenografico di uno spettacolo molto atteso al Festival delle Colline Torinesi: “Roberta cade in trappola” della celebrata coppia Cuocolo/Bosetti (Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, Torino, 8-9 giugno). Conosciuti a livello internazionale, star del teatro d’avanguardia australiano (dove risiedono da anni) e ospiti pressoché fissi di questa rassegna torinese, il genovese Renato Cuocolo e la vercellese Roberta Bosetti sono celebrati e amati per un teatro (il “teatro della porta accanto” è stato definito) che confonde e sovrappone vita e arte, realtà e finzione, spesso e volentieri rappresentato in case, stanze di albergo o addirittura strade cittadine (come in “The Walk”, 2014). Un lavoro come questo, pensato e allestito in spazi scenici relativamente tradizionali, rappresenta quindi una novità per molti dei numerosi fan del duo. Nello spettacolo Il libro sulle opere di Hanson è imbottito di fotografie, biglietti e disegni raccolti dai due e si trova su un leggio appoggiato su un tavolo a cui siede Bosetti, che armata di microfono ci racconta una storia (una “sua” storia) illustrata appunto dalle immagini riprese da Cuocolo che, seduto, dà le spalle agli spettatori. Quello di cui ci fa partecipe è la depressione sorta in lei dopo la morte della madre e il dolore “senza data di scadenza” che ne è derivato: una tristezza profonda che la faceva sentire come sotto una campana di vetro da cui è stata risucchiata tutta l’aria. Insomma, ci spiega l’attrice (che ama citare gli scrittori e gli artisti da lei amati), la “Cosa Brutta” di cui parla David Foster Wallace in un suo famoso racconto, dove analizza il mal di vivere che lo avrebbe portato al suicidio nel 2008. Bosetti ci racconta così del medico che le ha prescritto degli antidepressivi (il Talofen), le ha proposto di tenere un diario (anche quello sul tavolo, composto da più quaderni da cui legge ogni tanto delle frasi) e di costruire una sorta di gruppo di supporto con amici e persone care. Ci parla del suo senso di solitudine, di alcuni suoi viaggi (in Sicilia, in Messico) e della difficoltà di riallacciare rapporti spesso ostacolati dalla lontananza e dalle scelte di vita diverse. Ci porta (in quello che è forse il momento più potente del lavoro) a due sue feste di compleanno: prima una recente, dall’esito poco entusiasmante, e poi quella dei suoi tre anni, grazie ad una foto dove – tutta sola – mangia una fetta di torta e la madre, magra in un vestito troppo grande, cerca di dare un’apparenza di normalità alla loro piccola famiglia appena colpita dalla morte del padre-marito. Ci fa ascoltare, infine, i suoni e le parole del suo passato, ritrovati per caso nelle bobine del suo vecchio registratore Geloso G570: anche se non riesce a riconoscere la sua stessa voce, sentirsi leggere libri, cantare e parlare con la madre (che a quel tempo aveva l’età che lei ha oggi) la catapulta in un passato che sfugge al caos del presente. Un mondo senza ombre, come quello creato dagli antidepressivi, ma anche una trappola da cui ci si dovrebbe e vorrebbe liberare.Scritto con un’urgenza espressiva davvero notevole e interpretato con evidente trasporto personale (lo testimoniano le lacrime di Bosetti alla fine della replica del 9), “Roberta cade in trappola” è uno spettacolo che, anche se formalmente un po’ ripetitivo, fa capire molto bene il perché il duo italo-australiano sia così stimato e allo stesso tempo fa venire voglia ai “neofiti” di recuperare in qualche modo i vecchi spettacoli realizzati in luoghi inusuali. Il Festival delle Colline Torinesi, giunto quest’anno alla XXI edizione, continua fino al 21 giugno con 2 spettacoli ogni giorno in vari luoghi. Il programma è ovviamente online sul sito festivaldellecolline.it, ma non si può non segnalare tra i prossimi appuntamenti “Jerusalem Cast Lead” degli israeliani Winter Family (Teatro Astra, Torino, 14 giugno ore 21.30), “Killing Desdemona” della danzatrice Michela Lucenti con le musiche dal vivo di Jochen Arbeit, ex membro dei leggendari Einstürzende Neubauten (Fonderie Limone, Moncalieri, 17 giugno ore 19,30), “Hearing” dell’iraniano Mehr Theatre Group (Teatro Astra, Torino, sabato 18 giugno ore 21.30 e domenica 19 giugno ore 19.30), “Scende giù per Toledo” di Patroni Griffi con il grande Arturo Cirillo (Teatro Gobetti, Torino, domenica 19 giugno ore 21.30) e, dulcis in fundo, “Socrate il sopravvissuto” degli Anagoor, il nuovo grande nome del teatro di ricerca in Italia (Fonderie Limone, Moncalieri, lunedì 20 giugno ore 21.30 e martedì 21 giugno ore 19.30).

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