Egr. Direttore, in relazione alla prematura scomparsa dei 4 musicisti di Cuneo ho aspettato una settimana per vedere che tipo di reazione ci sarebbe stata. Condivido l’opinione diffusa che la mia amata Cuneo si è comportata davvero egregiamente in questo drammatico frangente. Anche l’Amministrazione comunale è stata eccellente nelle scelte e nella tempestività dell’organizzazione. Tuttavia non posso esimermi dal fare alcune considerazioni. Ormai tutti sanno che due giorni dopo il funerale, proprio durante una commemorazione per i nostri 4 amici scomparsi, nel locale “Improvvisamente Blues” di via Dronero, i Vigili e l’Asl sono intervenuti su richiesta di qualche vicino a suo dire infastidito dal rumore, identificando i presenti e facendo i controlli previsti. Trattandosi però di un concerto jazz e dato che il locale rispetta rigorosamente tutti i limiti dettati sia d’orario che delle emissioni sonore, il controllo ha dato esito negativo. Ha però sicuramente “sporcato” un momento speciale. Questo episodio che può sembrare una “faccenda tra privati” in realtà rappresenta ben altro. Quel locale è forse l’unico posto dove ci si può esibire. La nostra bella Cuneo è forse l’unica città in Italia a non avere una sala prove autorizzata e il mestiere o l’ hobby del musicista, qui da noi, è sempre stato considerato con sufficienza. Se non con sospetto. A meno che Rai Uno non ne dia risalto, ovviamente, o avvengano tragedie come questa. Io che sono”diversamente giovane” e ho vissuto in prima persona gli anni ’80 posso dire che allora non è che ci fossero più spazi (al di là di tutti in piazza o delle varie Feste de l’Unità e dell’Avanti). Quello che era diverso era il fermento dettato dalla volontà di creare qualcosa di nuovo. C’era una sana competitività e le Radio private ospitavano i gruppi ed organizzavano concorsi. Nel 1986 era stato realizzato un concerto per chiedere più spazi al Comune e la costruzione di un palazzetto polifunzionale, che ancora non c’era e che poi è stato fatto per la pallavolo, non preoccupandosi minimamente dell’aspetto acustico della faccenda. Non mi risulta che ai complessi di Cuneo sia mai stata data la possibilità di esibirsi in quella struttura. Anche allora ci si lamentava ma non avremmo mai potuto immaginare che razza di deserto ci aspettasse. Voi non avete nemmeno idea di quanta gente ci sia che suona, nonostante questa spiazzante mancanza di opportunità. Poi, quando escono, fanno il botto, vedi Gian Maria Testa e Marlene Kuntz, ma non solo. Vorrei che sapeste che questo è lo scenario nel quale si muovevano Paolo, Tony, Marco e Giampaolo e tutti noi. Allora l’invito che rivolgo ai musicisti è di fare un piccolo sforzo. Dobbiamo credere di più in noi stessi e un po’ meno nei Talent Show. Le etichette indipendenti non esistono più? I Cd sono inutili? Non importa. Inventiamo nuovi canali per farci sentire, ma non restiamo nella logica delle cover. Pretendiamo dai locali la giusta considerazione. La musica all’estero è considerata una vera e propria risorsa. È sotto gli occhi di tutti il lavoro che questa e la precedente Amministrazione hanno fatto per darci una città bella e vivibile con un parco fluviale da sogno e ora con una Via Roma che ci deve rendere orgogliosi delle nostre origini. A Londra c’è il famosissimo “Speakers’ corner” per chi vuole dire la sua, a patto che non sia offensivo. Perchè non creare in questa bellissima Cuneo un “Music corner” con la stessa regola, magari intitolato ai quattro amici scomparsi ed esente da concessioni Siae e iscrizioni Enpals e dove i gruppi possano esibirsi e proporre la propria musica inedita? Uno spazio comunale autogestito in uno dei tanti siti ristrutturati (la casa sul Fiume?) dove si sa che ci si può andare e ascoltare delle nuove proposte e dove siano bandite le “cover”. Bisogna premiare l’originalità. Musica è cultura. Cuneo si è fatta davvero bella “fuori”. Facciamo sì che si faccia anche bella “dentro”. Dimostriamo che, ora che le telecamere si sono spente, la passione e le speranze dei nostri 4 compagni di musica continuano. Se lo meritano.Alberto Franco Spleen