Sarà la sala d’attesa dell’aeroporto di Cuba la sede dell’incontro tra papa Francesco e il Patriarca russo Kirill di oggi pomeriggio. « L’aeroporto – ha spiegato Alexander Shchipkov, tra i più stretti collaboratori di Kirill – è un crocevia simbolico. E quando le persone si incontrano ai crocevia, i loro incontri sono brevi, ma sinceri e profondi. Lì, di solito, ci si parla «con franchezza» delle cose «che sono più importanti». Un evento che irrompono nella storia ed è destinato a lasciare un segno per i secoli. Due ore di dialogo sotto il segno della pace della riconciliazione e del sangue dei martiri che quest’incontro potrà portare i suoi effetti. Non ci si aspetti granché dal documento finale che verrà firmato dai due leader. Sarà composto da affermazioni di principio importanti ma non immediatamente concretizzabili. Ma l’importanza dell’incontro di oggi sta proprio nell’incontro, nel vis-à-vis tra i due leader religiosi. «Più i rapporti interpersonali si intensificano, più i problemi si risolvono rapidamente» ha dichiarato in un’intervista ad Avvenire il pope ortodosso Ioann, l’italiano Giovanni Guaita. Anche la scelta di Cuba ha il suo perché, spiega Guatia che si tratta di una “scelta di prudenza: non si è ancora nelle condizioni di fare questo incontro né in Russia né in Italia. Ma l’America è il nuovo mondo. L’Europa è il continente della divisione, mentre l’America è l’immagine di un continente molto più giovane. La scelta di Cuba può rappresentare un messaggio di speranza, il segnale che si può cominciare da rapporti nuovi”.