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Giovedì 26 dicembre 2024

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Si finge innamorato e riesce a sottrarre 1.700 euro a una ragazza

Un giovane siciliano è a processo con le accuse di truffa, minacce ed estorsione nei confronti di una 18enne del saluzzese conosciuta in una chat

Saluzzo

La Guida - Si finge innamorato e riesce a sottrarre 1.700 euro a una ragazza

Prima con i raggiri tipici della truffa e poi con le minacce più proprie dell’estorsione, un giovane siciliano di Catania avrebbe sottratto a una diciottenne cuneese circa 1.700 euro fra maggio e giugno 2021. Al tribunale di Cuneo si è aperto il processo a G. C., il giovane che aveva conosciuto la ragazza su una chat di whatsapp: “Ero stata inserita in questo gruppo senza conoscere nessuno degli altri membri, ci sono rimasta perché così potevo socializzare un po’. La sera ogni tanto facevamo giochi di società”, ha raccontato la ragazza al giudice nel corso della prima udienza. Del gruppo faceva parte anche l’attuale imputato che si presentò come Jo e che iniziò a scriverle assiduamente, dicendosi interessato alla sua vita e alle sue attività, arrivando a fingere un sentimento nei suoi confronti. Inizialmente interessata a una nuova amicizia ma restia ad allacciare una relazione a distanza con un perfetto sconosciuto, la ragazza interruppe brevemente i contatti che ripresero dopo circa due mesi: “Mi raccontò che era stato fidanzato a lungo e che la sua ragazza era morta in un incidente, mi disse che le somigliavo, mi confessò che gli piacevo e io gli ho creduto”. Da quel momento iniziarono le richieste di denaro, inizialmente più contenute, come la richiesta di 60 euro per il biglietto ferroviario, fingendo di essere rimasto senza soldi in stazione, poi decisamente più alte, 120 e 265 euro, i soldi di un fantomatico corso di musica che doveva seguire di nascosto dal volere dei genitori. Secondo l’accusa tra a artifici e raggiri, facendo leva sul sentimento che la giovane stava iniziando a provare per lui, l’imputato riuscì a sottrarle circa 500 euro, cui si aggiunsero più di 1.000 euro estorti con la minaccia. “Voleva che andassi in Sicilia da lui e che i soldi servivano per affittare un appartamento per noi due, ma io non volevo e da lì sono iniziati insulti e minacce. Disse che sarebbe venuto, mi avrebbe tagliato la gola, che mi avrebbe denunciato”. I genitori si erano accorti che la figlia era preoccupata e sofferente per questa situazione e quando scoprirono il motivo della sua ansia la accompagnarono a denunciare il ragazzo che da quel momento sparì. La ragazza fornì agli inquirenti il file con tutte i messaggi, gli audio e i video che si erano scambiati nel corso di quei mesi, la carta Postepay su cui erano state fatte le ricariche intestata alla sorella dell’imputato ma utilizzata da lui e il contratto telefonico dell’utenza usata dall’imputato. L’udienza è stata poi rinviata al 17 marzo per la conclusione dell’istruttoria.

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