In Italia si vota sabato e domenica ma le elezioni europee sono iniziate già oggi, giovedì 6 giugno. I primi a votare dei 359 milioni di elettori europei chiamati alle urne sono gli olandesi dove i seggi sono stati aperti oggi alle 7,30 e chiuderannmo alle ore 21.
I risultati non saranno annunciati prima di domenica sera, al termine della maratona elettorale in tutta l’Unione Europea.
Domani, venerdì 7 giugno apriranno i seggi in Irlanda e Repubblica Ceca. Sabato 8 giugno toccherà agli elettori di Lettonia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Malta e Italia. Gli italiani e i cechi sono gli unici a poter votare su due giornate diverse. Domenica 9 giugno andranno al voto i cittadini degli altri 20 Stati membri, a partire dalle due nazioni più popolose ovvero Germania e Francia.
Gli Stati che hanno più europarlamentari sono Germania (96 seggi), Francia (81), Italia (76), Spagna (61), Polonia (53). Cipro, Lussemburgo e Malta hanno 6 europarlamentari ciascuno. Entrano in Parlamento per la decima legislatura a Strasburgo i partiti italiani che hanno superato la soglia del 4 per cento. Nella maggior parte degli Stati dell’Ue non c’è una soglia di sbarramento. Per la legge elettorale europea, tutti i paesi membri devono usare un sistema elettorale proporzionale. Ciò significa che l’assegnazione dei seggi avviene in modo da assicurare alle diverse liste un numero di seggi proporzionale ai voti ricevuti. I risultati elettorali influenzeranno anche l’elezione del presidente della Commissione, organo esecutivo che detiene anche l’iniziativa legislativa delle politiche Ue. In base a quanto prevedono i trattati, infatti, il presidente della Commissione è proposto dal Consiglio europeo. A partire dal trattato di Lisbona (2009) la scelta deve tenere conto dei risultati delle elezioni europee.