Remigio Bertolino (Montaldo Mondovì,1948) uno dei più grandi poeti viventi in dialetto piemontese, è un uomo alto e magro, con un sorriso dolce, per niente triste, che contrasta con l’immagine di malinconia di molti suoi versi e conferma che la poesia fa bene a chi la produce, oltre, naturalmente, a chi la legge. L’occasione per incontrarlo nasce da una pubblicazione recente, in italiano, A filo di cielo, (Gli spigolatori, Mondovì, 2023) costituita da una serie di prose poetiche ispirate alla vita di Francesco Russo Buròt ((1945-2022), il poliedrico artista monregalese che, intorno agli anni ’70 e ai primi ’80, trascorse lunghi periodi in montagna in compagnia di contadini e pastori, per cercare isolamento spirituale ma anche ispirazione e oggetti per le sue opere (amava i “tronchi spolpati dalle acque” ci dice Bertolino, o le pietre di fiume in cui cercava forme nascoste).
Il libro di Bertolino è scritto in prima persona,
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