Non solo avrebbero mancato ai loro doveri di cura, vigilanza e custodia nei confronti degli ospiti della struttura che gestivano con la cooperativa sociale “Per mano” (persone anche molto giovani, tutte affette da patologie psichiatriche e autismo), ma in alcuni casi avrebbero avuto atteggiamenti violenti e di sopraffazione e umiliazione. Sono queste le accuse che la Procura di Cuneo contesta alla direttrice e alla coordinatrice della cooperativa e con loro ad altre dieci persone (un educatore e una psicologa, quattro infermieri e quattro operatori sociosanitari) per condotte che si sarebbero protratte per cinque anni fra il 2014 e il 2019. Il prossimo 16 dicembre gli imputati, rinviati a giudizio a seguito dell’udienza preliminare, compariranno in giudizio a Cuneo.
Una situazione di degrado e sofferenza fisica e psicologica che gli ospiti avrebbero subìto in prima persona o costretti ad assistere alle vessazioni subite dagli altri ospiti. Dosi inferiori di cibo rispetto a quanto previsto dalla tabella, o in cattivo stato di conservazione; mancata osservanza nella somministrazione dei farmaci che in determinate occasioni non venivano forniti affatto oppure venivano somministrati in dosi eccessive rispetto a quanto dovuto; ospiti chiusi in quella che era definita la relax room in stato di abbandono, alcuni sedati e lasciati dentro la stanza per più ore, altri chiusi dentro con addosso gli abiti sporchi di urine e feci.
Tra le contestazioni mosse alla direttrice anche l’aver ripetutamente premuto con le braccia sulla gola di un ospite per costringerlo a ingoiare il cibo che non voleva mangiare. Dello stesso tenore le accuse contestate agli altri dieci imputati, che in varie occasioni avrebbero utilizzato la relax room come luogo punitivo, dove rinchiudere gli ospiti quando manifestavano un particolare stato di agitazione, senza vigilare sull’evolversi della situazione e ignorando deliberatamente i loro bisogni, lasciandoli in molti casi sporchi e senza cibo.
Persone buttate a terra e placcate con violenza, sottoposte a docce fredde o trascinate di peso sul pavimento fino alla relax room, tirate per i capelli, schiaffeggiate e umiliate con insulti, obbligate ad assumere doppie dosi di farmaco per essere sedate; in un caso un ospite sarebbe stato colpito al volto con una scarpa e in un’altra occasione preso a pugni.
Situazioni di cui la direttrice e coordinatrice sarebbero state a conoscenza, tanto che sarebbero state loro stesse a invitare gli operatori a stare attenti a non lasciare segni evidenti tali da dover poi essere giustificate con i parenti degli ospiti che ora si sono costituiti parti civili in giudizio.
