Via libera del Comune di Cuneo al protocollo d’intesa tra i partners del territorio per la gestione dell’accoglienza dei migranti stagionali della frutta questa estate. La giunta comunale ha approvato a fine giugno il progetto e lo schema d’intesa che definisce nel dettaglio i diversi aspetti legati all’accoglienza sul territorio comunale, dopo quello approvato nelle scorse settimane che ha definito il quadro dell’accoglienza a livello di distretto del saluzzese e dell’area cuneese.
Il sistema territoriale della provincia accoglie ogni anno circa 10-12 mila lavoratori impiegati nel distretto della frutta: di questi, lo scorso anno, circa 200 hanno gravitato sulla città di Cuneo. L’accoglienza ha il suo luogo di accesso, di filtro e di orientamento ai servizi rappresentato dal .Meet, polo di integrazione, accoglienza e solidarietà, con uno sportello fisso in via Leutrum 7 affiancato da uno sportello itinerante con ruolo di “antenna e indirizzamento”, capace di “ingaggiare” anche quella fascia di persone a bassissima soglia, che difficilmente si rivolge ai servizi. Tutte le informazioni raccolte dall’info point, sia fisso che itinerante, convoglieranno all’interno del database comune, accessibile da tutti gli attori coinvolti nel progetto. Gli sportelli itineranti saranno invece dislocati nella città nei punti strategici perché facilmente accessibili dal target di utenza, ovvero presso il dormitorio Croce Rossa, la mensa Caritas, il dormitorio Claudio Massa e la stazione.
L’accoglienza abitativa è invece organizzata in due livelli. La prima acccoglienza presso il dormitorio gestito dal comitato Cri di Cuneo con 40 posti, in via Bongioanni 20, la seconda diffusa presso abitazioni private individuate per l’occasione dall’amministrazione comunale e dai soggetti partner con 25 posti complessivi in 6 appartamenti in buona parte in centro città.
“Tenendo conto della necessità emersa negli anni precedenti di trovare una sistemazione per i braccianti agricoli – riporta in premessa il progetto approvato – volta a evitare fenomeni di bivacco e di dispersione, a partire dal 2020 è stato siglato ogni anno un protocollo d’intesa tra il Comune di Cuneo, la Prefettura, la Regione e gli altri Comuni del distretto del saluzzese, al fine di regolamentare la gestione dell’ospitalità dei migranti regolari e impegnati nella raccolta della frutta e individuare soluzioni coordinate e sinergiche al disagio di tali soggetti. Tale accordo prosegue anche per l’anno 2025”.
Il protocollo d’intesa prevede che i Comuni accolgano ed organizzino luoghi di ospitalità per i senza fissa dimora raccordando la rete dei servizi presenti, dalla mensa, ai centri diurni, ai dormitori per offrire un sistema efficace d’integrazione. In questa annualità parte delle risorse economiche a sostegno delle azioni previste saranno sostenute dalla Cooperativa Momo, in qualità di soggetto capofila del progetto Common Ground.
Nel progetto sono coinvolti enti e attori istituzionali (Prefettura di Cuneo, Regione, Comune di Cuneo, Comuni aderenti al protocollo, Asl, Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese, Camera di Commercio di Cuneo, associazioni datoriali e sindacati) e attori territoriali (Croce Rossa Italia, Caritas di Cuneo, Polo .Meet (Rti con capofila la Cooperativa Fiordaliso), Open House Impresa Sociale srl ets, Momo società cooperativa sociale). Nell’ambito del tema di accoglianza migranti stagionali il Comune di Cuneo e i soggetti sopra citati collaborano con il progetto “Common Ground” della Regione Piemonte, che vede la cooperativa Momo in qualità di capofila e il Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese, la Cgil, le cooperative Fiordaliso ed Emmanuele, Spazio Mediazione e Intercultura in qualità di partner.
Per la stagione 2025 è stato introdotto, in via sperimentale, un nuovo modello gestionale riguardante l’accoglienza dei lavoratori presenti presso il dormitorio della Croce Rossa. “Tale modello – si legge nel progetto – prevede che i lavoratori muniti di contratto agricolo vengano inseriti, compatibilmente con i posti disponibili, nei percorsi di accoglienza previsti dal progetto. L’inserimento avviene previa valutazione da parte dell’équipe dell’accoglienza, la quale si occupa anche di informare l’azienda agricola intestataria del contratto del lavoratore circa la necessità di farsi carico dei costi dell’accoglienza, secondo quanto stabilito dal progetto. A tale scopo verrà sollecitata la sottoscrizione da parte dell’azienda di un impegno formale al pagamento. Nel caso in cui l’azienda rifiuti di sostenere tale spesa, la stessa verrà segnalata alla datoriale di riferimento e al Comune. In parallelo, il progetto cercherà di individuare un’alternativa occupazionale presso un’altra azienda per il lavoratore coinvolto. La durata dell’accoglienza sarà strettamente collegata alla validità del contratto di lavoro”.
I beneficiari dell’intervento, oltre ad avere informazioni sui servizi garantiti dal punto di accesso unico, potranno usufruire di consulenze specifiche in ambito amministrativo, legale e sindacale (in particolare il lavoratore sarà assistito nella comprensione e nell’esercizio dei propri diritti, nella lettura del contratto di lavoro e della busta paga).
Tra le problematiche riscontrate, emerse negli anni nella messa a sistema del processo, c’è l’assenza di protocolli che impongano alle aziende la presa in carico dei braccianti: “Spesso le persone che arrivano in modo programmato, perché richiamate dal datore di lavoro stesso, trovano accoglienza all’interno dell’azienda. È su coloro che si spostano per ricercare un’occupazione che bisogna porre l’accento, per evitare che vengano inghiottiti dal sistema dei senza dimora”. Altri problemi sono la difficoltà a governare i “picchi di raccolta della frutta”, la necessità di lavorare sull’integrazione raccordando i servizi già esistenti sul territorio e favorire l’intercettazione delle persone a rischio sfruttamento lavorativo.