L’Abbazia Benedettina di Villar San Costanzo fu fondata intorno al 712 per volontà del Re Longobardo Ariperto II. Originariamente doveva essere costituito da tre corpi comunicanti: la chiesa, il convento e le abitazioni dei contadini, il tutto racchiuso in un muro di cinta. Dopo la distruzione dei Saraceni ed una prima ricostruzione nel XI secolo, in particolare con Adelaide di Susa, il complesso subì successivi danneggiamenti con la guerra tra Manfredo IV di Saluzzo e gli angioini ad inizio secolo XIV.
La nuova ricostruzione del monastero, della chiesa e del villaggio fu opera dell’abate Dragone Costantia di Costigliole fra il 1316 e il 1341; alla morte dell’abate la vita conventuale decadde.
Verso il 1450 l’abate Giorgio Costantia di Costigliole restaurò le strutture, si fece costruire una cappella funeraria nella navata di destra e ad affrescarla chiamò il pittore Pietro Pocapaglia da Saluzzo, sconosciuto fino al 1977, quando fu rinvenuta la firma su un affresco, come il ‘Maestro del Villar’.
Nel 1978-79, durante i restauri della cappella furono riportati alla luce gli affreschi delle storie di San Giorgio. All’interno della cappella si possono ammirare l’arca marmorea che l’abate Giorgio aveva fatto scolpire dai fratelli Stefano Costanzo e Maurizio Zabreri, originari di San Damiano Macra e gli affreschi. Su ogni vela della volta a crociera è raffigurato un evangelista nell’atto di scrivere l’inizio del proprio Vangelo; sulla parete dell’altare antico si può ammirare la Madonna in trono con il Figlio, fra santi e martiri; sulla parete a destra dell’altare sono rappresentate le storie della vita di San Giorgio; sugli intradossi degli archi invece spiccano i Santi con gli scudi araldici dei Costanzia.
Insieme alla cappella di San Giorgio, fu riportata alla luce nelle sue pure linee architettoniche anche la cripta dell’Abbazia. Durante i restauri vennero scoperte la scala e insieme la porta con arco in pietra che davano accesso alla cripta. Sulla destra del vano si vedono le tracce della gradinata che dall’aula accedeva al presbiterio. La cripta è divisa in tre navate, con file di sette colonne isolate e sormontate da capitelli che sorreggono gli archivolti a tutto sesto poggianti su altre dieci colonne addossate al muro perimetrale. Ve ne sono di ottagonali e quadrangolari e poggiano tutte su rozze basi oggi messe in luce.
Al di sopra della cripta si trovano le tre absidi delle tre navate originarie e a ridosso dell’abside di destra nella zona presbiterale è inserito il campanile di epoca romanica. La chiesa barocca, costruita a partire dal 1722 su progetto di Francesco Gallo, non eliminò del tutto la struttura precedente databile a fine XI secolo. L’abside e il campanile sono di chiara origine romanica, mentre si può notare l’intervento ottocentesco della facciata con timpano triangolare addossato al campanile sul lato settentrionale. Il corpo di fabbrica principale è di epoca barocca, mentre la facciata ha subito rimaneggiamenti ottocenteschi nelle decorazioni.