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Sabato 2 novembre 2024

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L’appello ribalta la sentenza di primo grado per l’incidente di San Rocco

Una 32enne ritenuta responsabile dell'investimento e della morte, nel luglio 2019, di un 17enne

Cuneo

La Guida - L’appello ribalta la sentenza di primo grado per l’incidente di San Rocco

Venerdì 18 ottobre la Corte d’Appello di Torino ha ribaltato la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Cuneo sull’incidente che nella notte fra l’11 e il 12 luglio 2019 a San Rocco Castagnaretta, ha causato la morte del 17enne Francesco Scarmato. L’imputata C. M., infermiera dell’ospedale di Cuneo, che era stata precedentemente assolta, è stata ritenuta responsabile dalla prima sezione penale della Corte d’Appello, presieduta da Mario Amato. La donna, 32enne, è stata condannata a dieci mesi, alla sospensione della patente di guida, prendendo 90 giorni per le integrali motivazioni, al pagamento delle spese processuali di entrambi i gradi di giudizio, e al risarcimento danni in sede civile anche dell’altro giovane alla guida della bicicletta, riconosciuto responsabile del sinistro nella misura del 50 per cento.
Il caso aveva suscitato grande interesse da subito. La donna investì con l’auto il giovane mentre questo, insieme a un amico a bordo di una bici, attraversava l’incrocio di San Rocco Castagnaretta all’altezza del cimitero. Il Tribunale di Cuneo nel luglio del 2022 aveva assolto la donna per non aver commesso il fatto, dopo le perizie tecniche relativamente alla velocità e alla posizione dei due mezzi coinvolti. L’accusa puntava sulla responsabilità della conducente sui limiti di velocità e sul non aver prestato attenzioni alle condizioni della strada. Una decisione accolta con incredulità e sconcerto dalla famiglia del giovane seguita dall’avvocato Daria Boriosi. Da qui la scelta di nominare un ulteriore difensore, l’avvocato Giuseppe Grillea del foro di Reggio Calabria, e di deporre l’atto di appello.
Il processo avviato nel 2023 presso la Corte di Torino è stato lungo e ha visto un nuovo approfondimento delle prove, comprese le perizie tecniche sulla velocità del veicolo e le condizioni della strada. I giudici d’appello hanno valutato con attenzione ogni aspetto, inclusi i rilievi della dinamica dell’incidente e le testimonianze dei presenti.
“È una sentenza che ci dà finalmente giustizia – hanno dichiarato i genitori del giovane Francesco Scarmato dopo la lettura del verdetto -. Nostro figlio non potrà mai tornare, ma almeno ora è stato riconosciuto ciò che abbiamo sempre saputo: quell’incidente poteva essere evitato”.

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