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Domenica 6 ottobre 2024

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In Gesù il Cielo è ormai aperto

29 settembre - Festa dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele

Cuneo

La Guida - In Gesù il Cielo è ormai aperto

Gli angeli sono dei messaggeri del Signore, degli inviati che lungo tutta la Scrittura servono Dio assistendo gli uomini, annunciando loro la volontà del Signore e proteggendoli nel loro cammino terreno.

Anche nei vangeli, soprattutto in Luca, gli angeli sono ben presenti: sono loro che annunciano a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista e a Maria l’azione dello Spirito di Dio in lei; sono loro che ispirano e determinano le scelte e le azioni di Giuseppe quando è chiamato a prendere con sé Maria e poi a fuggire in Egitto per farne ritorno successivamente.

Gli angeli accompagnano anche la vita di Gesù negli anni del suo ministero, quando lo servono durante la dura prova delle tentazioni, o quando lo confortano nell’ora buia del Getsemani.

Gesù stesso parla di loro nella sua predicazione, quando, per esempio, dice la gioia che condividono con il Padre per un peccatore che si converte, o quando annuncia che il Figlio dell’uomo al suo ritorno verrà con i suoi angeli.

E non per ultimo in ordine di importanza, sono gli angeli a dare l’annuncio della resurrezione di Gesù nell’alba di Pasqua.

Nel vangelo scelto per la festa odierna gli arcangeli occupano un posto apparentemente defilato, e sembrano come relegati alle ultime parole del brano: Gesù promette a Natanaele una visione del mondo celeste, caratterizzata dal saliscendi degli angeli.

La visione evocata riprende il racconto del sogno di Giacobbe a Betel, in cui il patriarca aveva visto gli angeli salire e scendere lungo una scala le cui estremità collegavano il cielo e la terra (Gn 28,12): quest’immagine annunciava al padre di Israele una comunicazione possibile con Dio, a lui concessa come segno di benedizione.

Nel vangelo secondo Giovanni la scala non è presente perché il «mezzo» di unione tra il cielo e la terra è Gesù stesso, è in lui che il Padre si rivela. La promessa del cielo aperto fatta a Natanaele allude a un approfondimento di questa rivelazione e la incentra sulla persona di Gesù. Conferma l’identità di quest’ultimo come «porta del cielo» (Gn 28,16), cioè come «unico mediatore tra Dio e gli uomini» (1Tm 2,5), fondando così la fede di Natanaele e di chi, con lui, confesserà nel rabbi di Nazareth il «Figlio di Dio, il re di Israele».

Se i cieli sono aperti, infatti, è perché nella persona di Gesù l’era messianica è iniziata: in lui Dio si manifesta.

Ma questo non è ancora un’evidenza per i discepoli, per Natanaele: essi, come noi, sono ancora in cammino verso la luce, verso quella visione in cui gli angeli attestano con il loro salire e scendere sul Figlio dell’uomo che ora è Gesù stesso Bethel, ovvero «la casa di Dio»in mezzo agli uomini, e tramite lui è possibile il ricongiungimento tra i figli e il Padre, tra le creature e il creatore. È «il Figlio dell’uomo» a rendere possibile questo scambio permanente (figurato dagli angeli che salgono e scendono sopra di lui) tra il cielo e la nostra terra, di cui Gesù ha condiviso le pene e le gioie.

Le «cose più grandi» che Natanaele scoprirà non sono allora altro che l’unità tra il Padre e il Figlio a cui ogni credente può ormai prendere parte.

Ripercorrendo i testi della Scrittura possiamo comprendere come gli angeli non siano mai i protagonisti dell’evento narrato, ma siano sempre presenze al servizio della storia della salvezza, manifestazioni di Dio in ogni luogo e in ogni situazione a favore della vita degli uomini; ogni volta in modo creativo e premuroso.

  • Occorre però affinare lo sguardo per arrivare a «vederli»: perché non va da sé cogliere nella concretezza della nostra quotidianità l’intervento benevolo del Signore, la manifestazione del suo amore e della sua misericordia, del suo perdono.

Ma il testo di Giovanni ci aiuta anche a comprendere che, oltre ad essere creature celesti avvolte nel mistero, gli angeli vanno anche riconosciuti nei messaggeri umani che trasmettono la buona notizia. In effetti è stato un uomo, Filippo, a fungere da testimone o da messaggero per Natanaele e a creare per lui le condizioni del suo incontro con Gesù.

Se il vangelo per questa festa non ci assicura dunque necessariamente visioni angeliche celesti, ci invita tuttavia a saper discernere coloro che ogni giorno ci possono trasmettere, da parte di Dio, una rivelazione per il nostro cammino. Stiamo attenti a fare loro spazio perché «senza saperlo alcuni hanno accolto degli angeli» (Eb 13,2).

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