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Domenica 28 aprile 2024

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Anni di vessazioni, botte e minacce alla moglie: a processo

Una donna che cerca il riscatto sociale ed economico attraverso lo studio e il lavoro, il marito che non accetta e che diventa violento

La Guida - Anni di vessazioni, botte e minacce alla moglie: a processo

Mondovì – Una relazione nata in Sicilia quando erano giovanissimi e diventata matrimonio dopo la classica “fuitina”, poco più che adolescenti; una storia d’amore che è però diventata un incubo per la donna, che ha deciso di denunciare il marito per maltrattamenti e lesioni dopo anni di vessazioni, botte, insulti e minacce. Da metà anni Novanta il trasferimento in provincia di Cuneo, dove la donna decise di intraprendere un percorso personale di formazione per migliorare le condizioni di vita personale e familiare: dopo il diploma venne la laurea in Scienze infermieristiche e poi corsi di specializzazione che la portano a progredire nella professione, garantendo anche un miglioramento della condizioni di vita della famiglia. Un percorso diametralmente opposto a quello del marito che non voleva che la moglie studiasse e si migliorasse e per questo la insultava e minacciava: “Mi diceva che non valevo niente che ero una poco di buono e che pensavo solo a quel cavolo di università”, ha raccontato la donna al giudice, “beveva sempre di più, e per due settimane sparì lasciandomi senza soldi”. Per due volte intraprese un percorso di recupero con il Centro di salute mentale: “All’inizio sembrava potesse tornare alla normalità – ha proseguito la donna -, poi però le cose peggiorarono e iniziarono le violenze fisiche, con botte, pugni e schiaffi. Mi accusava di volerlo comandare perché avevo studiato”. Una volta la scaraventò a terra in presenza della madre di lei, un’altra volta le tolse il telefono sospettando un tradimento: “Non potevo prendere neanche un caffè con una collega o partecipare alle cene con i colleghi del reparto, mi telefonava continuamente – ha proseguito la donna – e pretendeva rapporti intimi con me ogni volta che era ubriaco. Una volta durante una scenata di gelosia mi scaraventò contro il fornello dove c’era la pentola dell’acqua, mi ustionai”. Nonostante le colleghe sapessero e la invitassero a denunciare, la donna rinunciò a rivolgersi alle forze dell’ordine perché lui le diceva che prima avrebbe ucciso lei e poi si sarebbe ammazzato. L’ultimo episodio, quello che l’ha indotta a denunciare, avvenne nell’estate 2022, quando tornato a casa ubriaco l’uomo l’avrebbe scaraventata sul tavolo della cucina tappandole bocca e naso con la mano e impedendole di respirare: “Mi disse che mi avrebbe ammazzata ma io riuscii a scappare e a chiedere aiuto. La vicina di casa accorse e chiamò i Carabinieri”. Entrata in un progetto di accoglienza e protezione, la donna tornò a casa due mesi dopo il provvedimento di allontanamento del marito emesso dal tribunale: “Aveva disdetto i contratti di luce e gas che erano a suo nome e lasciò me e le figlie senza luce e acqua calda. Anche dopo la denuncia continuò a minacciarmi di morte”. Il processo proseguirà l’11 giugno con gli altri testimoni.

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