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Giovedì 2 maggio 2024

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Tenda: commercianti, esercenti, albergatori, ambulanti, lavoratori insieme per dire basta

Armati di paletta e secchiello in duecento hanno protestato ieri (lunedì 18 dicembre) davanti al cantiere per chiedere rispetto e tempi certi di apertura

La Guida - Tenda: commercianti, esercenti, albergatori, ambulanti, lavoratori insieme per dire basta

Limone – “#Cipensiamonoi?” Con questo hashtag provocatorio nel primo pomeriggio di oggi – lunedì 18 dicembre – si è tenuta a Limone Piemonte, davanti al cantiere del Tenda Bis, la manifestazione pubblica organizzata dalla Confcommercio Imprese per l’Italia di Cuneo per dire basta ai continui ritardi che si stanno accumulando nella realizzazione dell’opera. Oltre duecento tra commercianti, esercenti, albergatori, ambulanti e professionisti associati, provenienti per buona parte da Cuneo e da molte aree della Val Vermenagna, sostenuti anche da diverse decine di colleghi della vicina Francia, hanno chiesto a gran voce una data certa sull’apertura del Tenda bis e un cronoprogramma altrettanto sicuro per i lavori che riguarderanno il tunnel storico. Lo hanno fatto “armati” di paletta e secchiello, un ulteriore segnale per dire alle istituzioni che un’intera categoria è pronta a rimboccarsi le maniche qualora i lavori di ultimazione tardassero ancora.
“Dietro al successo di questa manifestazione – spiega in un comunicato stampa il presidente dell’Ascom Cuneo, Roberto Ricchiardi – c’è soprattutto la voglia di un territorio intero, ma anche di tutta la nostra categoria, di avere certezze sui tempi, che non devono più essere dilatati. Il loro rispetto è stato sempre disatteso e anche nell’ultimo sopralluogo di alcune settimane fa ci era sembrato di intuire che anche l’ultima data annunciata di fine lavori, quella di giugno 2024, venisse disattesa. Speriamo che le rassicurazioni avute siano rispettate, ma sorveglieremo, confidando che anche le varie forze politiche, all’unisono, vigilino sul rispetto delle tempistiche. Quest’opera non è un ‘di più’, ma è necessaria. Non stiamo sollecitando un abbellimento o una ristrutturazione, ma un risultato che sarà comunque minimo: l’apertura a senso unico alternato di un traforo vitale per imprese, turismo e famiglie intere. Vogliamo una data certa e lo chiediamo anche per il rifacimento del tunnel storico”.

I ritardi del cantiere

Le opere di realizzazione e ristrutturazione del Tenda fin qui non sono mai andate d’accordo con il rispetto dei tempi. Secondo gli annunci iniziali, l’apertura della nuova canna era prevista nel 2017 e sconta già 6 anni di ritardi, che diventeranno 7 qualora la circolazione sarà ripristinata, come confermato, nel giugno 2024. Il rifacimento del tunnel storico alle stesse dimensioni, previsto a febbraio 2020, slitterà all’autunno 2026. Rispetto alla partenza dei cantieri (novembre 2013), l’intero progetto terminerà quindi dopo 13 anni di lavori. Con un raddoppio di tempi e costi: dei 140 milioni iniziali di investimento, si è già saliti a 255 milioni, +115 rispetto al budget preventivato.
Nelle parole di Giorgio Chiesa, presidente provinciale dell’Associazione Albergatori esercenti operatori turistici della provincia di Cuneo, tutto il malumore, ma anche la speranza, della categoria: “Questa situazione di incertezza cronica sulle sorti del transito viario, fino ad oggi ha portato con sé danni economici incalcolabili, azzerando i flussi nell’immediato e al contempo non dando alcun margine di programmazione futura per definire piani strategici di ripartenza – sottolinea nel comunicato stampa -. Ci auguriamo che la manifestazione di oggi così partecipata, forte e creativa tocchi gli animi di chi in politica, come nel settore edile, ci deve garantire l’apertura in sicurezza del Col di Tenda, che oggi assomiglia tanto ad un autolavaggio stante le infiltrazioni d’acqua. Gli esercenti che rappresento non sono solo arrabbiati, sono anche depressi. È grazie al loro impegno se, malgrado le tante disgrazie infrastrutturali che ci affliggono, i risultati del PIL turistico della Granda sono tuttavia onorevoli. Un peccato lottare così tanto quando potremmo operare dignitosamente senza tanto stress se le infrastrutture, che sono l’anima del turismo, fossero quelle che una società si aspetterebbe di avere negli anni Duemila”.

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