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Lunedì 29 aprile 2024

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Lavoro in agricoltura, non bastano i flussi aggiuntivi di stranieri

Una "fame di braccia" che si conferma anche in Granda, dove sono oltre 10.000 i lavoratori assunti ogni anno dalle aziende agricole

La Guida - Lavoro in agricoltura, non bastano i flussi aggiuntivi di stranieri

Cuneo – La “fame di braccia” dell’agricoltura cuneese rimane forte: lo conferma l’esito del “click day” di oggi (martedì 12 dicembre), in cui le domande di ingresso per lavoratori extracomunitari hanno superato di gran lunga le disponibilità (82.550 lavoratori stagionali extracomunitari nel Paese, previsti dal Decreto triennale di programmazione transitoria dei flussi 2023-2025) a conferma della mancanza di manodopera che interessa diversi settori dell’economia.
“Il click-day di oggi, che fa seguito a quello per colf e badanti del 4 dicembre scorso – spiegano da Coldiretti Cuneo – riguarda esclusivamente i lavori stagionali nei settori agricolo e turistico-alberghiero con la riserva di 40.000 unità per i nullaosta presentati dalle associazioni datoriali firmatarie del protocollo del 3 agosto 2022. Il contributo dei flussi migratori alla produzione agroalimentare cuneese e nazionale è molto importante, considerato che quasi un terzo del made in Italy a tavola a livello nazionale viene prodotto nei campi e nelle stalle da migranti che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura, fornendo ben il 32% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore nel 2022. Nella Granda sono oltre 10.000 i lavoratori assunti ogni anno dalle aziende agricole con una forte rappresentanza di rumeni, albanesi e macedoni, oltre che marocchini, indiani e senegalesi. Si tratta soprattutto di lavoro stagionale con picchi di domanda nei periodi estivi della raccolta che sono garantiti grazie a lavoratori regolari provenienti da altri Paesi e perfettamente integrati che si fermano in Italia per qualche mese, tornando anno dopo anno con reciproca soddisfazione. Oltre ai raccoglitori per le verdure, la frutta e l’uva, servono figure specializzate come i trattoristi, i serricoltori, i potatori. Non vanno dimenticati poi i nuovi sbocchi occupazionali offerti dalla multifunzionalità, ad esempio la trasformazione aziendale dei prodotti, la vendita diretta, le attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade o la produzione di energie rinnovabili”.
“Nelle nostre campagne, nonostante la crescita di interesse tra gli italiani, resta fondamentale il contributo dei lavoratori stranieri al successo dell’agroalimentare Made in Cuneo nel mondo, dall’orticoltura alla frutticoltura fino alla viticoltura. È dunque essenziale rendere più efficiente la gestione dei flussi partendo dal Decreto triennale che abbiamo fortemente sostenuto”, afferma il presidente provinciale Coldiretti Enrico Nada.
“Il Decreto – spiega  il direttore provinciale Coldiretti Fabiano Porcu – può dare una grande mano tenendo conto che non solo si passa dalle 42.000 unità di lavoro stagionale alle 82.000 del 2023 fino alle 90.000 del 2025, ma soprattutto che le quote riservate alle associazioni agricole per i loro soci passano dalle 22.000 unità dell’anno scorso e raggiungono le 40.000 quest’anno, assicurando alle nostre imprese la certezza di poter avere a disposizione lavoratori regolari e di non subire la concorrenza sleale di chi sfrutta le persone”.

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