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Sabato 27 aprile 2024

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Maltrattamenti e minacce all’ex moglie: condannato a sei anni

I fatti sono avvenuti anche in casa, davanti alla figlia minorenne. Disposto anche un risarcimento per la donna e per la sorella di lei

La Guida - Maltrattamenti e minacce all’ex moglie: condannato a sei anni

Cuneo – Sei anni di reclusione con sospensione della potestà genitoriale per tutta la durata della pena e un risarcimento di 10.000 euro a favore dell’ex moglie; è questa la sentenza con cui il collegio dei giudici del tribunale di Cuneo ha condannato J. A., di origini tunisine, rinviato a giudizio con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e minacce rivolte sia all’ex moglie sia alla cognata, con l’aggravante di aver commesso questi reati in presenza della figlia minorenne. L’istruttoria ha ricostruito – attraverso le testimonianze della sorella, del cognato e degli assistenti sociali – la difficile convivenza decennale della coppia, costellata di violenze fisiche e verbali anche quando la donna era incinta: “Gravi vessazioni consistenti in violenze e umiliazioni cercando in ogni modo di isolare la parte offesa dal proprio nucleo familiare”, ha sottolineato nelle proprie conclusioni il pubblico ministero Alessia Rosati, evidenziando i numerosi tentativi di intimidazione nei confronti dell’ex moglie a cui ripeteva continuamente che le avrebbe portato via la figlia, e della cognata che minacciò di sfregiare con l’acido perché colpevole di aver sostenuto la sorella nella decisione di separarsi dal marito. Violenze morali e fisiche, i cui segni sul corpo della donna sono stati testimoniati dalla sorella e dal cognato, che hanno portato il pubblico ministero a chiedere la condanna dell’imputato a cinque anni di reclusione.
Richiesta di condanna cui si sono associate le due sorelle costituite parti civili in giudizio, i cui avvocati hanno ribadito come la paura abbia connotato l’intera vita matrimoniale della coppia, con la ricorrente minaccia da parte dell’uomo di portare in Tunisia la figlia togliendola per sempre alla madre. Una minaccia percepita chiaramente anche dalla bambina che alle insegnanti riferiva piangendo di aver visto il padre “fare delle cose brutte” e che in seguito alla denuncia e al provvedimento di allontanamento dell’uomo, aveva più volte espresso in modo fermo e deciso di non volerlo incontrare.
Di processo fondato esclusivamente sulle accuse della parte offesa ha invece parlato il difensore dell’imputato, che nel chiedere l’assoluzione del proprio assistito ha sottolineato il fatto che nonostante i presunti maltrattamenti, la donna ha continuato a vivere con il marito per dieci anni, seguendolo ovunque lui si trasferisse alla ricerca di lavoro, a Venezia, in Tunisia, in Germania e poi a Cuneo senza mai prendere un’iniziativa diversa. Il difensore ha inoltre messo in evidenza che l’istruttoria non ha accertato che la bambina avesse assistito ai presunti episodi di maltrattamenti perché non era mai stata sentita dall’autorità giudiziaria. Oltre alla condanna e al risarcimento per l’ex moglie, i giudici hanno disposto il risarcimento di 1.500 euro anche a favore della sorella della vittima e hanno condannato l’uomo al pagamento delle spese processuali e delle costituite parti civili.

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