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Lunedì 29 aprile 2024

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La pietra e il senso ancestrale di Madre Terra

Michel Pellegrino era scultore del legno e della pietra di Fontanelle e il custode del torrente Gesso

La Guida - La pietra e il senso ancestrale di Madre Terra

Michel Pellegrino era nato a Nizza nel 1930 e si era trasferito con la famiglia in provincia di Cuneo all’età di tredici anni. Viveva a Fontanelle di Boves nella casa di campagna costruita proprio insieme al padre e ultimata dopo la sua morte, che sorge sulla riva destra del torrente Gesso. Lo scultore del legno e della pietra si considerava il custode del torrente Gesso. Non si è mai mosso da lì, neppure dopo la morte dell’amatissima mamma Rita., fino al 2017 quando si dovette ritirare nella casa di riposo Monsignor Calandri dove è morto nella notte di sabato 14 novembre del 2020.
A Fontanelle ha alternato il lavoro contadino con quello artistico di intagliatore del legno e di scultore della pietra. La scelta di vivere senza i comfort tipici della vita borghese di città (ad esclusione della luce elettrica) non ne fanno un personaggio naif, come si può erroneamente credere. La sua personalità è quella autentica di un uomo dal pensiero poetico chiaro e profondo, con legami di amicizia, frequentazioni culturali e condivisione di passioni rimaste inalterate nel tempo. Ha iniziato a partecipare a mostre locali nel 1957, richiamando l’interesse di personaggi della cultura, quali Mario Soldati ed Ernesto Caballo. Sono state piuttosto rare, comunque, le occasioni in cui si sono potute vedere opere dell’artista in mostre colletive, tantomeno in personali. Michel ha avuto un pubblico di collezionisti affezionati e di amici che hanno saputo e sanno apprezzare e capire tuttora la sua personalità così singolare e appartata. Una parte delle opere di Michel si ritrova, indicativamente, in contesti cimiteriali: il camposanto di Boves custodisce molti esempi, a destinazione funeraria, dello stile inconfondibile del maetro fontanellese.
Le prime testimonianze del fare scultura di Pellegrino sono da ricercarsi nella scoperta in età giovanile di saper lavorare il legno, un legno qualsiasi, forse un residuo di una piena del torrente, riuscendo a dargli una forma dotata di senso. Ha svolto il lavoro di intagliatore del legno per arredi domestici in stile rinascimentale e barocco, collaborando con laboratori di arte lignea della zona e poi anche con lo scultore Beppe Viada.
Tuttavia, come ha scritto Ida Isoardi, “l’artista stesso afferma di aver trovato pieno appagamento soltanto nel trattare la pietra; quest’ultima esprime infatti il senso ancestrale della terra, grande Madre”. Per Michel, quindi, la pietra, specificamente quella della Bisimauda (Bisalta), è un organismo vitale, portatore di significati naturali e spirituali profondi, che la sua mano sapiente di esperto lapicida sa far emergere in masse ovoidi o tondeggianti di concentrata essenzialità, trasformando sorprendentemente le loro forme da dure in cedevoli ed evocando il mistero ancestrale delle origini della vita dell’uomo e della natura. Da ultimo, Pellegrino si è impegnato in realizzazioni scultoree assemblate, configurate in aspetto di dischi enigmatici, fatti in legno lavorato e dipinto, la cui superficie, scavata in profondità, lascia apparire relitti di schede elettroniche: un monito concreto contro l’invadenza dei sistemi di vita artificiali, da cui siamo ormai tutti dominati. Suoi lavori sono stati esposti a Cuneo nella personale del 1983 alla Galleria degli Orti, nella mostra Identità contemporanee. Arte in provincia di Cuneo 1950-1970, allestita nel 1999 all’interno della Chiesa di San Francesco, e nella Prima Rassegna Annuale d’Arte Contemporanea, ordinata tra il giugno 2002 e l’aprile 2003 nel Palazzo del Governo di Cuneo. Un’intervista a Michel è contenuta nel film-documentario Il fiume sotto casa, prodotto nel 2010 dal Comune di Cuneo e realizzato dallo studio Feliz di Cuneo, con la regia di Elena Valsania, fotografia di Christian Grappiolo e musiche di Patrizio Barontini. L’ultima esposizione di una sua opera risale aalla rassegna “Grandarte 2013” nel complesso monumentale di San  Francesco a Cuneo.

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