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Mercoledì 1 maggio 2024

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La sanità di ieri e di oggi a confronto nelle corsie

“L’ospedale civile Sant’Antonio di Saluzzo”: otto secoli di un’istituzione al servizio della gente

La Guida - La sanità di ieri e di oggi a confronto nelle corsie

Parlare della storia di un istituto di assistenza sanitaria come un ospedale necessariamente comporta un confronto tra passato e presente. Si è dunque sospesi tra storia e esigenze dell’oggi in un territorio, quello sociale e assistenziale, di primaria importanza. Ne è consapevole e lo dichiara esplicitamente l’autore di questa storia dell’ospedale di Saluzzo nel sottotitolo.
La disamina del materiale documentario muove da considerazioni generali che costituiscono il contesto di una ricerca che non può essere solo accademica coinvolgendo da sempre urgenze sociali, smuovendo coscienze e chiamando in causa istituzioni civili e religiose. In queste strutture si gioca il senso di servizio alla comunità che dovrebbero avere, ma non sempre hanno gestito adeguatamente.
È così che fin dalle prime righe introduttive si percepisce un tono critico, non senza sfumature polemiche, sulle recenti scelte della sanità pubblica. Il ricordo della funzione assistenziale per coloro che erano stati colpiti da piaghe sociali di un tempo pone domande anche sulla gestione attuale di questo importante settore. È una rosa di “utenti”, parola orribile in questo ambito imposta dall’oggi burocratizzato, che tratteggia, attraverso l’assistenza al corpo, il quadro della società in cui l’ospedale opera.
Le continue trasformazioni di questa istituzione vengono dunque presentate in parallelo alle mutazioni del tessuto sociale: “le vicende della casa di cura si intersecano con la situazione e l’evoluzione della povertà nel territorio saluzzese”. L’autore dà perciò spazio anche a informazioni sugli avvenimenti politici che nei secoli hanno interessato l’area che gravita intorno all’ospedale.
Le notizie che arrivano dai documenti medioevali confermano lo stretto legame con la questione sociale dei diseredati anzitutto. I ricchi aristocratici avevano la possibilità di una cura domestica, ma i poveri potevano sperare solo negli “hospitales”. È termine che tradisce l’originaria funzione di accoglienza dei viandanti sulle strade dei pellegrinaggi- Poi viene a identificare il luogo di ricovero, prima ancora che di cura, per gli indigenti.
È del 1246 la prima notizia certa, seppur indiretta, di un ospedale a Saluzzo confermata un secolo dopo da un altro testo a firma del vescovo di Torino, che conferma la dipendenza da tale autorità. Il legame con la Chiesa rimane una costante nei secoli. L’attenzione ai poveri, sollecitata dal messaggio evangelico, fonda l’impegno dell’istituzione ecclesiastica sia sotto l’aspetto amministrativo, sia soprattutto nel servizio quotidiano accanto ai malati. In questo ambito si impegnano gli iscritti alle confraternite caritative poi le suore. Tale situazione nel XVIII secolo nel clima laicista dell’Illuminismo vive il paradosso di vedere estromessa la Chiesa dagli organi amministrativi, ma sussistere la presenza costante e silenziosa nelle corsie di ordini religiosi o laici cristiani.
L’evoluzione dell’istituzione ospedaliera, seguita anche nei risvolti architettonici e organizzativi, si intreccia con una mutata percezione della malattia. Mentre nei secoli il ricovero in ospedale era vissuto come emarginazione, la democratizzazione delle cure ha migliorato il rapporto con la malattia come il vissuto del malato e della sua famiglia.
L’integrazione nel Servizio sanitario nazionale non ha risolto i problemi. L’autore entra nella “selva oscura” dell’oggi confessando una certa ritrosia nel delineare la situazione. Ai cronici problemi economici si sovrappongono interessi politici, di cui l’ospedale dovrebbe idealmente esserne esente, talora anche cattiva amministrazione con risvolti drammatici come l’omicidio Damiano.

 

L’Ospedale Civile Sant’Antonio di Saluzzo
Pasquale Natale

Primalpe
24 euro

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