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Venerdì 3 maggio 2024

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“Non cambiamo idea: continuiamo ad essere per l’ospedale unico al Carle”

Respinto a grande maggioranza l’ordine del giorno che chiedeva al Consiglio comunale di tornare sui suoi passi e designare il S.Croce. Discussione anche sui fondi pubblici o privati. Intanto dalla Regione nessuna nuova

La Guida - “Non cambiamo idea: continuiamo ad essere per l’ospedale unico al Carle”

Cuneo – È stato respinto, con soli 7 voti favorevoli e 26 contrari, l’ordine del giorno presentato in Consiglio comunale dai gruppi di minoranza di Beni Comuni, Indipendenti e Cuneo Mia, sul nuovo ospedale. Dopo il presidio dei giorni scorsi, promosso dagli stessi gruppi, durato 24 ore e situato di fianco all’ingresso dell’ospedale, in via Bassignano, il tema torna alla discussione del Consiglio, senza però grossi elementi di novità rispetto a quanto già tante volte dibattuto.

“Sono passati quasi sei anni e si sono rincorse decisioni, cambi di programma e promesse, ma niente è successo. Proponiamo questo ordine del giorno con la speranza di sbloccare qualcosa – ha detto Ugo Sturlese (Beni Comuni) -. Pensiamo che sia venuto il momento di chiedere alla Regione dì destinare i 141 milioni dei fondi ex Articolo 20 per l’edilizia ospedaliera, che sono stati stanziati a sostegno del progetto di partenariato pubblico-privato, i 7,4 milioni di fondi regionali e i 33,8 milioni di fondi ministeriali ad interventi antisismici e antincendio, alla rigenerazione e all’ampliamento dell’ospedale Santa Croce. Vogliamo inoltre che il Santa Croce venga indicato come nuova sede dell’ospedale unico di Cuneo, annullando la precedente decisione del 2021, quando era stato invece indicato per questo scopo il Carle”.

Un ordine del giorno che chiede un passo indietro rispetto al provvedimento che aveva individuato, appunto, nel sito del Carle a Confreria il polo dove dovrebbe sorgere il nuovo ospedale. Richiesta fortemente osteggiata dalla maggioranza e da parte della minoranza, che hanno invece confermato la vecchia decisione respingendo questo ordine del giorno.

“Il sistema sanitario nazionale è in profonda crisi. Mancano medici e infermieri, Nel 2022 la Regione ha speso 48 milioni di euro per pagare i medici gettonisti, ma in alcuni reparti siamo costretti a fare così, perché senza non abbiamo chi copre i turni – è intervenuta Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale) -. Dobbiamo però distinguere la battaglia per la sanità pubblica, che è di tutti noi, dalla battaglia per l’ospedale e l’edilizia sanitaria, che è altra cosa. È vero che Cuneo necessita di un ospedale unico. Ma su questo non cambiamo idea: continuiamo ad essere per l’ospedale unico, al Carle e preferibilmente con risorse pubbliche”.

“Deve essere con fondi esclusivamente pubblici non preferibilmente pubblici – ha controbattuto Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) -. Il partenariato pubblico-privato non ha avuto e non sta avendo buoni risultati, quindi non prendere posizione contraria rischia di far ricadere le conseguenze sulla testa dei cittadini”.

“Avevate detto che avreste chiesto all’assessore regionale di venire a relazionare nelle sedi opportune – ha aggiunto Giancarlo Boselli (Indipendenti) -. Non abbiamo visto nessuno. A che punto siamo lo sappiamo già in realtà: siamo al punto zero. In Regione hanno dimostrato di non riuscire a far nulla. La procedura non è nemmeno iniziata perché il commissario non firma. Perché non firma? A chi spetta la sollecitazione di un chiarimento? Credo la sindaca debba muoversi in questo senso”.

Un’immobilità fortemente negata dalla maggioranza: “Ho idea che alla Regione e ai suoi vertici non importi nulla dell’ospedale di Cuneo – ha detto Erio Ambrosino (PD) -. Agli inviti della sindaca non hanno mai risposto: cosa potrebbero venire a dire? Che ci hanno presi in giro per anni? Disilludiamoci. Intanto ogni giorno in ospedale assistiamo a personale costretto a turni massacranti, prestazioni e liste d’attesa sempre più carenti. Avevamo un ospedale di eccellenza e ce lo stanno svuotando. Secondo me bisognerebbe far fronte comune e battaglie sui livelli essenziali, le case di comunità, il diritto alla salute. Non sarebbe il caso di mettere da parte il contenitore e preoccuparci del contenuto?”.

“Non sarà sfuggito a nessuno il depauperamento del nostro ospedale, non saranno sfuggite le risposte mancate e le risposte non date – è intervenuto Beppe Lauria -. Trovo assurdo dover ricorrere a medici gettonisti che costano un occhio della testa e trovo quanto meno singolare che, avendo tutte queste risorse a disposizione per pagare i gettonisti, non si pensi di fare scelte più sensate e oculate. Capisco che questa scelta la fa l’ospedale in piena autonomia, ma dovremmo poter essere puntuali nell’andare a definire alcune situazioni, ne va della salute di tutti”.

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