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Venerdì 19 aprile 2024

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Picchiato e rapinato al bar con amici, un uomo a processo

L'episodio era avvenuto in centro Cuneo, all'uomo era stato portato via un marsupio con denaro e documenti

La Guida - Picchiato e rapinato al bar con amici, un uomo a processo

Cuneo – Uscendo dal lavoro si era fermato a bere qualcosa nel bar vicino ai giardini Fresia con un suo amico e la ragazza di quello, ma al momento di andare via la coppia, che doveva dargli un passaggio fino a Borgo San Giuseppe, iniziò a litigare violentemente; nel tentativo di proteggere la ragazza dalla furia del fidanzato, ricevette due violenti pugni sul naso e la fronte, svenne e quando si risvegliò i due amici non c’erano più ed era sparito anche il suo marsupio con dentro soldi, carta di debito, due cellulari e la carta col permesso di soggiorno. Con l’accusa di rapina e lesioni è stato rinviato a giudizio F. A. B., cittadino ordinario della Costa d’Avorio. Poco dopo l’aggressione sembra sia stato proprio lui a rispondere al telefono dell’amico quando chiamò la sorella di quello. Non sentendo la voce del fratello la ragazza chiamò subito la Polizia che nel frattempo era già intervenuta con una pattuglia su chiamata di due residenti della zona che avevano sentito delle persone urlare nella via adiacente i giardini: “Trovammo il giovane Z. M. in stato confusionale che si sciacquava il volto insanguinato, ci disse chi era stato a picchiarlo e ci disse di cercare il suo marsupio. Nel punto dove era avvenuta la lite c’era del sangue a terra ma niente marsupio e abbiamo pensato ad una rapina. Nel frattempo arrivò in centrale la chiamata della sorella, che diceva di aver parlato con una persona che diceva di avere il marsupio e che lo avrebbe consegnato a tempo debito”. Il giovane Z. M. rimase in ospedale per otto giorni e denunciò l’uomo che lo aveva colpito. L’imputato invece, rintracciato dalla sorella della parte offesa, riconsegnò il marsupio alla Polizia municipale di Peveragno: “Mia sorella lo aveva sentito più volte per farsi riconsegnare il marsupio, ma lui aveva rinviato sempre l’appuntamento. Poi lo consegnò lui stesso alla Polizia municipale, mancavano 20 euro, la carta Postepay e il mio permesso di soggiorno a tempo indeterminato”. Il processo è stato rinviato al 24 marzo per ascoltare gli ultimi testimoni e per la discussione.

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