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Martedì 23 aprile 2024

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Scultura di Fontana, Quiriti assolto dall’accusa di truffa

La vicenda risale al 2005 quando l'ex patron Alpitour acquistò dal gallerista una scultura di Lucio Fontana, risultata falsa nel 2015

La Guida - Scultura di Fontana, Quiriti assolto dall’accusa di truffa

Cuneo – Si è chiuso con un’assoluzione il processo a carico del critico d’arte e gallerista Fabrizio Quiriti, accusato di truffa dall’ex proprietario dell’Alpitour Guglielmo Isoardi. La vicenda risale al 2005 quando Isoardi acquistò da Quiriti, tramite la galleria Prisma, una scultura di Lucio Fontana, risultata falsa nel 2015, in seguito a una valutazione fatta da esperti della Fondazione intitolata al pittore e scultore italiano. A quel punto fu lo stesso Quiriti a valutare in 50.000 euro il danno subìto dall’imprenditore e dato che in quel momento non aveva la liquidità necessaria, gli propose di scegliere dieci opere tra quelle che aveva a disposizione a garanzia del saldo del debito. Quando alla scadenza di quell’accordo, a fine 2016, Isoardi non ricevette i soldi pattuiti, fece valutare le opere scoprendo che il loro valore complessivo non superava i 10.000 euro. Tra quelle scelte da Isoardi (quadri di Pier Giuseppe Imberti, Esther Mahalangu, Aldo Mondino) c’era anche un disegno attribuito a Modigliani, accompagnato da un’autentica firmata da Christian Parisot, archivista dell’Archivio Legale dell’Istituto Modigliani, che lo stesso esperto ha però disconosciuto a settembre dello scorso anno. Per l’accusa l’istruttoria aveva provato il dolo iniziale da cui nasce l’intera vicenda, con gli artifici e raggiri idonei a indurre in errore anche un esperto di arte come era Isoardi e per questo ha chiesto una condanna a 15 mesi e 800 euro di multa, con sospensione della pena subordinata al risarcimento. Stessa conclusione per la parte civile rappresentata dall’avvocato Domenico Ciavarella, che ha ribadito la presenza del dolo iniziale nella compravendita della scultura di Fontana cui si è aggiunto il dolo di quel secondo accordo in cui l’esperto d’arte cuneese avrebbe ceduto delle opere che complessivamente non coprivano la somma stabilita a risarcimento del danno, spacciandole per autentiche, come nel caso del disegno di Modigliani, con certificazioni disconosciute dagli autori. Il difensore di Quiriti, l’avvocato Cristiano Burdese, ha invece sottolineato che il primo acquisto era stato fatto tra Isoardi e la società Prisma di cui Quiriti non era titolare ma solo consulente, ma che proprio in virtù della loro amicizia e del fatto che Isoardi era un ottimo cliente con cui aveva fatto numerosissimi affari in passato, si sarebbe accollato la responsabilità del pagamento di un risarcimento che non gli competeva. Non avrebbe avuto senso quindi truffarlo per una cifra che, considerato il valore delle opere acquistate in passato dal patron dell’Alpitour e dal volume di affari della sua società, era davvero irrilevante. Per questo motivo, in assenza delle aggravanti contestate, ha chiesto l’assoluzione per il proprio assistito; richiesta accolta dal giudice che ha assolto Quiriti per insussistenza del fatto.

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