Cuneo – Dopo due anni, il prossimo settembre, le lezioni universitarie torneranno tutte ad essere in presenza. Questo è il programma dell’Università degli Studi di Torino che, tenendo conto del numero attuale di positivi al Covid-19, sceglie un ripristino della normalità con lo svolgimento della didattica in aula, per favorire la partecipazione attiva degli studenti ed una piena vita di relazioni sociali.
Le attività a distanza e lo streaming saranno ancora possibili, ma per il solo recupero delle lezioni e per una percentuale limitata al 20% rispetto alle ore complessive erogate da ciascun corso. Restano, tuttavia, escluse dalla Dad sia le attività laboratoriali sia quelle esperienziali.
Inoltre, dal prossimo ottobre e quindi con l’inizio effettivo dell’anno accademico 2022/23, fatte salve differenti disposizioni ministeriali che potrebbero arrivare, anche gli esami torneranno ad essere esclusivamente in presenza, con la sola eccezione per gli studenti che autodichiareranno, relativamente al Coronavirus, fragilità personale o positività.
Questa lieta notizia, però, va di pari passo con la necessità di dovere convivere con alcune difficoltà, prima di tutto economiche, dalla casa ai trasporti a situazioni familiari. Durante la pandemia, in tutte le famiglie italiane, c’è chi ha perso il lavoro o un parente o, addirittura, entrambi. Con la didattica mista, un po’ in presenza e un po’ da remoto, che è stata sperimentata lo scorso anno, il prezzo delle case è aumentato per la molta domanda: infatti, erano numerosi i ragazzi desiderosi di tornare sui banchi, che hanno cercato stanze da affittare. E, oggi, il costo del biglietto del treno, se si pensa alla tratta Cuneo-Torino, ha subito un rincaro del 10%, in meno di tre anni, arrivando a toccare i 7,70 euro.