Cuneo – Si è concluso con la condanna ad 1 anno e 6 mesi di reclusione il processo per percosse e atti persecutori in cui era imputato W.C. un cuneese che la sera del 20 novembre del 2018 si introdusse all’interno dell’ospedale Carle e diede un pugno in faccia a D.M., la parte offesa di questo processo, che quella sera era stato condotto in ospedale dopo essere stato trovato in stato confusionale per le vie di Cuneo. Nei giorni successivi, mentre l’uomo era ancora ricoverato in ospedale. W.C. lo chiamò più volte per insultarlo. Per D.M., che soffriva di una grave malattia e per questo assumeva psicofarmaci, quello era davvero un brutto momento, aggravato anche dal fatto che da poco era finita la sua relazione con B.B., che quella sera, dopo aver saputo del suo ricovero era andata a trovarlo in ospedale. Con lei c’era anche W.C. con il quale aveva avuto una relazione in passato. Mentre D.M. era a colloquio con una psichiatra, un infermiere avvisò della visita della ragazza. Insieme a lei però entrò anche l’imputato che dopo un battibecco con D.M. gli tirò un pugno. L’episodio è stato raccontato con precisione dalla psichiatra che si trovava nella stanza con i due uomini. Nei giorni successivi iniziarono anche le telefonate con insulti di ogni genere, riferite dalla zia della vittima, che ha raccontato di come quelle telefonate con insulti di ogni genere lo facessero soffrire terribilmente e di come l’uomo non riuscisse ad evitarle, poichè W.C. utilizzava numeri diversi per chiamare. Il pubblico ministero, sottolineando come “l’imputato non avesse mostrato alcuna pietà nei confronti della vittima”, ha chiesto una condanna ad 1 anno e 4 mesi di reclusione, richiesta accolta e aggravata dal giudice che ha condannato l’imputato ad 1 anno e 6 mesi di reclusione e al risarcimento di 5000 euro per la vittima.