Cuneo – Si è concluso con una condanna a quattro mesi e 20 giorni di reclusione il processo a D.M. accusato insieme a J.S. di aver imbrattato muri e auto del centro di Cuneo il 12 novembre del 2017. Era il giorno della Straconi e nel tratto di strada che va da viale Angeli, passando per via Bonelli, via Alba, via Ramorino fino a via Savigliano, erano comparse su muri, auto, cassonetti e portoni, varie scritte con il simbolo A dell’anarchia, della stella di David e il numero 666. I due erano stati ripresi dalle telecamere stradali e per questo J.S. aveva deciso di patteggiare la pena assumendosi la responsabilità del danneggiamento. Ha invece scelto il rito ordinario l’altro imputato D.M. che è stato accusato anche di resistenza e minaccia a pubblico ufficiale, durante il fotosegnalamento. Il 27enne ha riferito in aula di essere stato strattonato dagli agenti e di essersi lasciato cadere a terra come atto di resistenza passiva e non violenta. Il pubblico ministero ha ribadito la circostanza delle minacce riferita da tutti gli agenti presenti che non si sono costituiti parte civile, e la penale responsabilità in merito all’imbrattamento perchè anche se non ripreso dalle telecamere, la sua presenza e il passaggio della bomboletta fra i due era prova del pieno concorso morale nel danneggiamento. La difesa ha chiesto l’assoluzione per quanto riguarda l’imbrattamento dal momento che mancano fotogrammi a dimostrarlo. Il giudice ha quindi assolto l’imputato dal reato di imbrattamento e lo ha condannato a 4 mesi e 20 giorni per la resistenza e minaccia a pubblico ufficiale.