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Martedì 26 novembre 2024

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Mappare il mondo d’oggi per salvare la vita domani

“2038. Atlante dei futuri del mondo” fuggire il trionfanti profeti dell’inevitabile fallimento

La Guida - Mappare il mondo d’oggi per salvare la vita domani

Il plurale nel titolo non è da sottovalutare perché di “futuri” possibili parla l’autrice. E questo dice anche la prospettiva scelta per guardare all’avvenire. Un’ottica positiva che non significa prioritariamente ottimistica, ma una visione lucida e realistica della vita che non si “inceppi nella disillusione” bensì sia da stimolo per prospettive nuove e percorribili.
Non a caso il libro preferisce non parlare di scenari probabili, ma possibili. La realtà è davanti agli occhi. È necessario alzare lo sguardo, costruire un orientamento che apra strade, non semplicemente registri quelle che si vanno chiudendo. Lo spirito di questa ricerca “si pone nel solco della tradizione umanista incentrata sulla conoscenza, la coscienza, l’etica, la responsabilità e il libero arbitrio”.
È uno spirito che consapevolmente si confronta con il necessario rigore scientifico di analisi, ma non si lascia irretire dalla presunzione positivista di poter affrontare le sfide solo in termini tecnologici: “risulta evidente che la tecnologia non sarà sufficiente nel conciliare nel lungo periodo l’umanità e la biosfera”. Si impone invece una gerarchia diversa: “la volontà di progresso procede dalla coesistenza armoniosa e durevole degli uomini tra loro ma anche con l’ambiente in cui vivono”. Sono i sistemi decisionali, politici e economici, a essere chiamati in causa per progettare il futuro.
Fissati questi principi l’autrice si prefigge di “mappare il presente per consentire il futuro”. Ogni capitolo con rigore analizza la situazione attuale nei molteplici aspetti in cui si presenta per fare emergere possibili vie di uscita di cui registra i germi già nel mondo contemporaneo, consapevole che “ben prima di compiersi, il futuro si prepara”.
Se il punto di partenza è il “troppo-pieno planetario” della popolazione, può apparire provocatoria la domanda sull’utilità della conta demografica: “non sarà il calcolo della popolazione, saranno piuttosto gli stili di vita e i modelli economici a fornire gli strumenti più efficaci per permettere di sfamare le bocche supplementari”. Scritte a pagina 25, queste parole impongono da subito la svolta allo studio che infatti si interroga sulla “visione utilitaristica che dissacra i territori”, sulle conseguenze sociali e politiche dell’invecchiamento demografico, sulle conseguenze della diversa composizione della società col prevalere della classe media. Sottolinea le resistenze al cambiamento, ma anche prospetta le “pratiche collaborative” come strumento per affrontare le problematiche.
Sostiene questo studio una grafica originale con la mole di dati illustrata spesso a tutta pagina in modo talora bizzarro che pone in primo piano l’elemento visivo per facilitare la comprensione delle scale di raffronto. In questa linea di originalità affiora la chiusura con un’antologia di articoli datati 2038 che, ricorrendo alla narrazione fantascientifica, si volge a guardare l’oggi.

2038 Atlante dei futuri del mondo
di Virginie Raisson
Slow Food
29 euro

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