Massimo Scaringella, noto curatore d’arte contemporanea e organizzatore di eventi culturali in mezzo mondo, che ha curato la collezione di arte contemporanea per la Farnesina, ha scelto Cuneo e grandArte per curare una mostra importante che apre a Cuneo a Palazzo Samone, venerdì 18 luglio alle ore 17. Ha come titolo “La spiritualità dello sguardo” e presenta il meglio della figurazione contemporanea italiana e non solo. 47 artisti cercati da Scaringella per far parte della mostra della rassegna “OMG – grandArte 2025-2026 – I confini del sacro”. Dopo la precedente edizione di “HELP, Humanity, Ecology, Liberty, Politics”, grandArte propone una serie di esposizioni in numerose località dell’intera provincia di questo biennio con temi rivolti all’ambito della spiritualità, intesa nel senso più ampio del termine, nonostante i tempi odierni dominati dalla secolarizzazione e da una conseguente e diffusa indifferenza verso le questioni che investono il mondo dell’interiorità, del rapporto con il divino e più in generale di tutto ciò che costituisce la dimensione del trascendente. “Vediamo di restare in ascolto sempre, fino all’ultimo”, scrive Sergio Givone quasi alla fine del suo saggio intitolato “La ragionevole speranza. Come i filosofi hanno pensato l’aldilà”. Ed è quanto si cercherà di attuare con la nuova serie di mostre di grandArte 2025-2026: dare voce agli artisti che parteciperanno con le loro meditazioni in forma di immagini elaborate attraverso le più diverse tecniche espressive, dalla pittura alla fotografia e dalla scultura alle installazioni oggettuali)
La rassegna e la mostra che hanno il sostegno di Fondazione Crc e godono del patrocinio del Comune di Cuneo vedono in mostra opere pittoriche di Alberto Abate, Angelo Accardi, Roberto Barni, Ubaldo Bartolini, Carlo Bertocci, Kenneth Blom, Chiara Calore, Sergio Ceccotti, Karina Chechik, Silvana Chiozza, Elvio Chiricozzi, Bruno Di Lecce, Gaetano Di Riso, Stefano Di Stasio, Stefania Fabrizi, Pietro Finelli, Paolo Fiorentino, Daniele Galliano, Paola Gandolfi, Franco Giletta, Paolo Giorgi, Pierluigi Isola, Ana Kapor, Du Jianqi, Massimo Livadiotti, Tito Marci, Carlo Maria Mariani, Milot, Ernesto Morales, Rosa Mundi, Hannu Palosuo, Mauro Pallotta, Fabrizio Passarella, Franco Piruca, Salvatore Pulvirenti, Lily Salvo, Alessandro Scarabello, Francesca Tulli, Nicola Verlato, Veljko Vuckovic; le sculure di Alessia Forconi, Massimo Luccioli, Fulvio Merolli e Lidò Rico; la fotografia di Zak van Biljon, Michele Stanzione e Roberto Vignoli.
A curare la mostra appunto Massimo Scaringella, romano, che ha conosciuto e ammirato le esposizioni precedenti di grandArte anche grazie al pittore saluzzese Franco Giletta, che è in mostra, e che ha voluto collaborare con l’associazione culturale cuneese. Crescituo artisticamente al fianco di Italo Mussa, dal 1991 si è dedicato alla diffusione dell’arte italiana all’estero, curando numerose mostre collettive e personali in Europa, Medio Oriente, Australia. Dal 2000 ha lavorato nel settore “Arte contemporanea” del Ministero degli Affari Esteri ed ha contribuito alla creazione della Collezione del XX secolo alla Farnesina. Nel 2003 si è trasferito a Buenos Aires, curando mostre e presentanto artisti italiani e internazionali in prestigiosi musei tra cui il Museo d’Arte Moderna di Buenos Aires e il Museo d’Arte Contemporanea di La Plata, curando diverse pubblicazioni. Da qualche tempo è rientrato a Roma, collaborando con mostre in tutto il mondo.
“Nell’arte contemporanea – scrive Massimo Scaringella – lo spettatore non è più un osservatore passivo ma è invitato a entrare in un dialogo con l’opera. Questo scambio diventa una forma di contemplazione che avvicina alla dimensione spirituale. Molti artisti vedono lo sguardo come un atto meditativo. La creazione e la fruizione dell’arte diventano processi spirituali che permettono di staccarsi dalla quotidianità e di entrare in una dimensione più elevata. Lo sguardo, sia dell’artista che del fruitore, diventa una finestra sul mistero, sull’invisibile e sull’interiorità. La spiritualità dello sguardo spesso richiede una dilatazione del tempo. Per molti artisti, il gesto del guardare o del creare è già di per sé un atto spirituale. L’arte diventa un rituale che trasforma l’esperienza del quotidiano in una ricerca di senso più profonda. L’arte contemporanea, ma più nello specifico la pittura figurativa, la spinge a un rallentamento che favorisce la contemplazione, una qualità essenziale per l’esperienza spirituale”.
È la mostra è proprio una sorta di ritorno alla figurazione dagli anni ‘80 che rappresenta un fenomeno significativo nell’arte contemporanea, come una riscoperta della narrazione, dell’immaginario personale e colleavo, e di una maggiore accessibilità visiva. Con la produzione di opere che invitano a un’introspezione spirituale che emerge dalla purezza dello sguardo sulle emozioni umane.
“La pittura così . conclude Scaringella – non è solo un mezzo per rappresentare la realtà, ma diventa un’indagine sul valore, la costruzione e il significato dell’immagine stessa, in relazione alla percezione, al linguaggio visivo e alla cultura. E, se vogliamo, un luogo dove assistiamo a un rinnovato interesse per l’immagine come oggetto di riflessione critica dove il confine tra rappresentazione e realtà è sfumato. Le opere scelte per questa esperienza visiva delineano già un percorso culturale avventuroso e sorprendente, in cui la giustapposizione di punti di vista a volte radicalmente diversi, tra tecniche e linguaggi a volte similari a volte lontani, riesce a dipanare la trama di un racconto a più voci, offrendoci in parte una rilettura trasversale della realtà in cui siamo immersi. L’arte è un miracolo della vita che impone all’artista un lavoro permanente”.
La mostra rimarrà aperta fino al 21 settembre a Palazzo Samone in via Amedeo Rossi 4, il sabato e la domenica dalle 15 alle 18.